1. I Fine Before You Came sono un gruppo che da diversi anni propone una versione italiana del Post-Hardcore, intendendo con questo genere tutti quei tentativi di andare oltre la forma canzone tradizionale e di urlare non sempre nello stesso modo. Non cerco di definire meglio il genere per evitare classificazioni ridicole in sottogeneri inesistenti.
    Ormai è il loro ultimo disco e si può scaricare gratuitamente dal sito della band. Si tratta di sette pezzi cantati in italiano non strutturati secondo la classica alternanza strofa/ritornello/strofa. I brani prediligono un incedere molto emotivo, con accelerazioni, arrabbiature e momenti di calma; anche la batteria più che tenere il ritmo fa da commento allo stato d'animo dei brani; le chitarre poi si intrecciano creando delle trame che non deflagrano mai veramente, e questo può essere considerato un piccolo limite. Il cantato ha momenti coinvolgenti e corali (in particolare l'iniziale Dublino) e altri in cui l'urlo è più individuale. Per trovare un'immagine che faccia capire il senso del suono e della struttura dei brani potrei dire che dipingono lo stato d'animo di uno sfogo da frustrazione. In questo senso non sono certo casuali le parole con cui si apre il disco: “in tutti questi anni abbiamo detto così tante cose / ne abbiam fatte così poche / programmato mille viaggi e poi rimasti sempre a casa”. Le emozioni che bloccano sono anche l'argomento di Sasso e Magone; l'attacco di quest'ultima è uno dei momenti migliori del disco, “vorrei che il magone fosse un grande mago che ti strappi un sorriso” canta poco prima che gli strumenti entrino pian piano per crescere fino alla proposta finale di fare qualcosa, anche solo andare al cinema (“ma paghi tu che io non ho un lavoro”). Il senso di fuga verso qualche direzione, di malessere e di abbandono sono presentissimi in questo lavoro, dalla quotidianità e insoddisfazione di Paese e La domenica c'è il mercato alla riflessiva Capire settembre [piccola nota personale: io non riesco a capire ottobre invece] e alla metaforica Per non esser pipistrelli.
    Se vi interessa il rock cantato in italiano almeno un ascolto a Ormai lo dovete dare, e poi un secondo per fare in modo che i brani vi risultino pian piano comprensibili.
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  2. A volte capita di ascoltare delle canzoni più o meno scopiazzate da altre; ma alcuni casi sono più clamorosi!

    Madonna che scimmiotta Avril Lavigne è... indescrivibile, non stimo nessuna delle due ma certamente Madonna poteva fare diversamente, se proprio le piaceva l'idea di mettere i coretti da cheer leader immagino che il team dei suoi produttori potesse trovare un modo più originale di farlo!




    Colgo allora l'occasione per mettere la parodia di Girlfriend fatta dagli Everybody was in the french resistance...now. La citazione musicale è la stessa, ma questa volta è nella parte finale del pezzo!


    E già che sto parlando di pezzi di canzone uguali cito anche un altro paio di casi, entrambi relativi a due singoli dei Green Day tratti da Warning. Il disco è del 2000 ed è l'interessante lavoro con il quale il gruppo stava cercando di allontanarsi dalla solita formula di punk melodico e di avvicinarsi a formule più mature (i Violent Femmes mi sembrano ben presenti nel disco) prima poi di cercare nuovamente il pubblico più giovane proponendosi prima come padri del genere pop punk che stava rinascendo con i Blink 182 e i Sum 41 e poi cavalcando l'antiamericanismo da guerra e poi ancora lo stile emo. Tuttavia (o forse proprio per ricollegarsi a qualche precedente? Boh!) i primi due singoli richiamano mooolto da vicino altri due brani del passato: ascoltate Warning:
    La canzone si regge tutta su un giro di basso sostenuto dalla chitarra
    Ora ascoltate qua!


    Sono i Kinks, importante gruppo inglese degli anni '60, famosi sia per il rock duro di certi pezzi (non questo!) che per il senso di teatralità di molte loro canzoni (questo più familiare ai Green Day)
    Il secondo singolo del disco è stato Minority:



    Che sembra la versione morbida della provocatoria White Minority dei Black Flag, gruppo che ha influenzato pesantemente chiunque, negli Stati Uniti, abbia pronunciato la parola punk in associazione alla propria musica:




    Dopo avere un po' massacrato i Green Day metto un'ultima accoppiata di canzoni; questa volta sono stati loro a venire copiati: da Vasco Rossi...
    Ecco Holiday





    Ed ecco Manifesto Futurista della Nuova Umanità: 

    Insomma: il mio articolo è iniziato e finito con degli anziani che farebbero bene a ritirarsi piuttosto che proporre una musica con sempre meno idee...
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  3. Gli Small Cities sono un gruppo di Minneapolis che fanno un rock marcatamente americano molto influenzato dal Country rivisitato degli ultimi dieci-venti anni da gruppi come i Wilco. Hanno esordito nel 2008 con un Ep omonimo molto interessante e adesso, a inizio Marzo, pubblicheranno il loro album di debutto intitolato With Fire.
    Sul loro sito potete ascoltare tutto il primo Ep e alcuni brani di With Fire (il mio preferito è Home is where the start is). Dedicategli un paio di ascolti, meritano veramente!

    Qui c'è anche un loro video dal vivo, l'atmosfera è molto raccolta e contenuta.
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  4. Si propone qui un'analisi del racconto Il gatto nero di Poe.
    Gli obiettivi sono quelli di far capire come tutte le interpretazioni di un testo, anche quelle più intuitive che emergono dopo una lettura superficiale e che sembrano essere suggerite genericamente da tutta la superficie testuale, siano in realtà legate a ben precisi segmenti testuali e siano frutto della maniera in cui lo scrittore ha costruito il racconto. Emergerà così la consapevolezza di come il racconto non sia qualcosa di casuale ma sia costruito con perizia. Il saper utilizzare le proprie conoscenze enciclopediche per interpretare un testo risponde al principio di cooperazione del lettore che spesso un testo mette in atto: si farà capire come i testi spesso suggeriscano alcune chiavi di lettura che sta poi al lettore cogliere.
    Avevo pensato quest analisi come traccia per un'analisi in classe, dunque propongo anche a chi legge le domande che avrei fatto alla classe: “Che cosa simboleggia secondo te il gatto nero?”; “Perché il protagonista ferisce Pluto all’occhio?”; “Il protagonista è anche colui che narra la vicenda; lo fa in maniera lucida o è confuso?”.
    Partendo dalla correzione delle domande si affronterà un discorso sul senso. Tutte e tre le risposte presuppongono nello studente un’idea sul senso del racconto; si cercherà di motivare le risposte che sono state date con appigli testuali e ragionando su questi di cercare ulteriori approfondimenti di senso. Le risposte che gli studenti avranno dato alla prima domanda oscilleranno tra un’interpretazione dei gatti come coscienza del protagonista, specie il secondo, o come simbolo dell’irrazionale e della mente malata del protagonista. Si dimostrerà invece come entrambi i gatti siano simbolo di una presenza demoniaca. Intuitivamente la classe sarà d’accordo con questa affermazione: il gatto nero è ancora oggi simbolo di sventura e il gatto ha una lunga tradizione di animale demoniaco: anche la moglie del protagonista lo sa benissimo, infatti “alludeva spesso all’antica credenza popolare che considerava tutti i gatti neri streghe travestite”. Poco dopo viene esplicitato nel racconto il nome dell’animale: Pluto. Pluto, tradotto in italiano come Plutone, era il nome della divinità romana degli inferi; altro indizio sulla natura dell’animale, meno esplicito del precedente e legato all’enciclopedia del lettore. Di conseguenza anche il rapporto nei confronti dell’animale, investito di questo significato, è trattato dal narratore in maniera problematica: raccogliamo altri indizi sul senso del gatto rispondendo alla seconda domanda: perché il protagonista ferisce Pluto all’occhio? Ovviamente perché è ubriaco e reso paranoico dagli eccessi, ma le parole che il narratore utilizza nel descrivere la scena ci dicono qualcosa di più: “subito la furia di un demone si impadronì di me. Non mi conoscevo più. Sembrava che di colpo la mia anima originaria fosse fuggita dal mio corpo; e una malignità più chediabolica alimentata dal gin, eccitava ogni fibra del mio essere”. L’influenza del gatto trascina il protagonista in una battaglia in cui la posta in gioco è la sua anima; una vera e propria prova. È una battaglia in cui il protagonista fa sempre la mossa sbagliata: liberarsi dell’animale è vissuto come un peccato grave, si leggerà anche il brano relativo all’impiccagione del gatto: “l’impiccai perché sapevo che così facendo commettevo un peccato, un peccato mortale che avrebbe compromesso la mia anima immortale al punto da porla –se ciò fosse possibile –al di là della misericordia senza fine di un Dio infinitamente pietoso e terribile”. Dopo aver visto dunque le motivazioni più profonde dei gesti di violenza si risponderà alla terza domanda. Il narratore è lucido nel ricordare gli eventi ma, come sarà stato notato nelle risposte e nel corso della spiegazione, la sua è una lucida follia; ragionando sui brani chiamati in causa precedentemente, che corrispondevano alla descrizione delle azioni più concitate delle vicende che lo vedevano protagonista, si farà notare come siano proprio quei punti quelli più densi di riferimenti al senso che è stato trovato nella nostra analisi. Il narratore che normalmente usa termini molto razionali qui si lascia sfuggire la mano dicendo qualcosa in più con le sue parole, così come ha fatto, da protagonista, alla fine della vicenda che narra portando la polizia in cantina e battendo il bastone sul muro.

    Licenza Creative Commons
    Suggestioni di lettura: il demone di Poe di Vincenzo Federico è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
    Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso http://notterrificbutcompetent.blogspot.it/2012/02/suggestioni-di-lettura-il-demone-di-poe.html.
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  5. Nonostante sia uscito da pochi mesi, Retromania è già un libro su cui si dibatte molto, specie su internet. Il suo autore, Simon Reynolds, è stato una firma del Melody Maker e ha scritto libri importanti sulla storia della musica tra gli anni '70 e '90.
    Questo suo nuovo lavoro è un libro a tesi sul perché la musica vecchia venda più di quella nuova e perché tanti gruppi recenti cerchino di imitare i suoni del passato; nel libro sono presenti in realtà anche mille suggestioni sulla moda e sui gadget di questi primi anni del 2000 e gli argomenti toccati sono veramente tantissimi (così come sono tantissimi i musicisti, le tendenze e gli artisti citati). Metto subito le mani avanti dicendo chiaramente che farò qualche osservazione solo su una parte delle argomentazioni di Retromania...
    Il fatto più assurdo per Reynolds è che, secondo lui, l'industria discografica -come quella televisiva -voglia giocare sull'effetto nostalgia, inducendo però la nostalgia per epoche mai vissute dal pubblico! Così un ragazzino sarebbe0 indotto a provare nostalgia per il '77 del Punk o per il '91 dell'esplosione del Grunge, così come un quarantenne proverebbe nostalgia per gli anni '60 di Beatles e Stones. In quest'ottica vengono stigmatizzate (giustamente, aggiungo io), le reunion di gruppi sciolti da tempo e che oramai hanno ben poco da dire, sia che siano stati importanti fari (Pixies, Led Zeppelin, Pavement, Stooges), sia che siano stati solo dei gran venditori di dischi (Take That). Ad accentuare il problema ci sarebbe anche Internet che dà veramente la possibilità di trovare ogni minimo prodotto culturale creato negli anni citati, dando così l'illusione di poter conoscere bene un'epoca non vissuta. E qui arrivo alla mia obiezione da appassionato: quando ho ascoltato per la prima volta The Velvet Underground and Nico del 1967 sapevo che il rock degli anni '60 era eccezionale e che quel disco doveva essere un capolavoro ma non lo facevo per ricordare i bei tempi che non avevo vissuto: consideravo semplicemente quel disco un classico. E il concetto del classico, inteso come opera composta nel passato ma capace di parlare ad ogni generazione evidentemente manca a reynolds. Eppure questo concetto è presente in letteratura (chi mai pensa che la poesia di Dante non riesca a parlare all'uomo del XXI secolo? Chi pensa che i personaggi di Dostoevskj o Pirandello siano di un'altra epoca e lontani da noi?) o in arte (le bellezze di Botticelli sono forse messe in discussione? E cosa dire dell'arte sacra?)...perché dunque non può esistere nella musica contemporanea? Forse lui intende la musica (rock e rave sono in particolare i due macro-generi giovani che lui predilige) solo come un flusso capace di convogliare energia sempre nuova (si definisce spesso un futurista, un appassionato di fantascienza in cerca delle novità del futuro) e dunque che non può guardarsi indietro ma deve sempre innovare e scioccare. Infatti quando parla dei gruppi di questi ultimi anni che riprendono un suono del passato (Strokes, Black Keys...) li tratta con una sorta di disprezzo. Eppure solo quando deve parlare di musicisti-artisti che recuperano il passato che Reynolds non massacra il fenomeno bollandolo come passatista o fuori dal tempo o superficiale, il fermento artistico fa sì che lui appoggi generi discutibili come l'hypnagogic pop (musica che si basa su tastierine anni '80, per farla in breve...). Evidentemente la motivazione artistica per lui va oltre la musica, infrangendo una barriera oltre la quale tutto è possibile. Questa deferenza verso tutto ciò che è artistico è però un limite, considerando la durezza con la quale tratta i semplici musicisti.
    Nelle ultime pagine di Retromania, traendo le conclusioni, Reynolds si dispiace di non riuscire più a trovare nella musica prodotta negli ultimi anni quel senso di nuovo e di sconvolgente che avevano il Post-punk e la scena Rave e qui arrivo anche io alla mia conclusione: per trovare qualcosa di mai sentito non è necessario andare dietro all'ultima moda o all'ultimo disco uscito. Qualche mese fa ho sentito per la prima volta My life in the bush of ghosts (disco del 1981 di Brian Eno e David Byrne) e ho trovato assurdo il suo mix di suoni, voci e percussioni, così come i nastri che confondono chitarre e voci in Vs (questa volta siamo nel 1982 dei Mission of Burma). L'effetto novità inoltre non è l'unico piacere che può dare la musica, altrimenti scoprire dischi nuovi sarebbe solo una caccia fine a se stessa. Riprendo con le ultime parole di questa recensione il discorso della ricchezza di internet. I tanti archivi che si trovano in rete (youtube, blog di appassionati, siti di bootleg) sono solo uno strumento e come tale possono essere usati in maniera più o meno responsabile. Di sicuro c'è il giovane che cerca su internet musica in maniera non superficiale, accostandosi al periodo storico in cui è stata prodotta senza nostalgie e con interesse (non per altro, ma giusto per rendersi conto che i Pink Floyd non sono contemporanei ai Flaming Lips ad esempio o che la musica dei Kraftwerk viene prima di David Guetta). Questo è importante per non considerare identici tutti gli stimoli che vengono lanciati, se una persona decide di mettere su un gruppo non deve necessariamente suonare tutto ciò che è stato grande in passato: le melodie dei Beatles, la potenza degli Who, la maestria dei Led Zeppelin, l'arroganza degli Oasis, l'intensità dei Nirvana...ma quello va al buon senso e alla sensibilità di chi ascolta e poi vuole creare qualcosa di nuovo.

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  6. Citare frasi di personaggi famosi è sempre stata una pratica diffusissima, specie tra i giovani. Quanti di noi hanno scritto almeno una frase di Jim Morrison sul proprio banco o sul proprio diario scolastico, sul muro della stazione o sul sedile di un treno? E chi non le ha scritte ne avrà almeno sentite diverse. Pare che Jim Morrison sia quasi più famoso come creatore di pillole di saggezza per adolescenti che non come cantante dei Doors.
    Ma siamo sicuro che quelle frasi fossero del buon Jim?
    Da dove sono tratte?
    Ma soprattutto, come è possibile che il californiano Jim Morrison abbia pronunciato un aforisma come “fatti le canne ragazzo ribelle ma non bucare la tua giovane pelle” che in italiano rima perfettamente ma di cui non riesco a immaginare la versione inglese??!?!? Conosco gente che ha pure letto come frase di Jim Morrison “Non può piovere per sempre”, battuta in realtà tratta dal film Il corvo. Quando è troppo è troppo… Il mondo di Facebook inoltre ci abitua a condividere pensieri trovati qua e là, attribuiti anche ad altri personaggi; nessuno credo che si metta a cercare se Bob Marley, Nietzsche o ultimamente anche Michael Jackson hanno effettivamente detto quelle frasi. 
    Incuriosito dal culto di Jim ho cercato un po’ su internet… e come al solito se si vuole guardare più in profondità anche da osservazioni apparentemente banali possono nascere considerazioni più serie. Su questo sito ho trovato uno sproposito di aforismi, alcuni dei quali più o meno inverosimili (“Fuoco cammina con me” sarebbe una frase di Jim Morrison?? È il titolo del film di David Lynch che costituisce il prequel della serie Twin Peaks, non ho mai trovato indicato che il titolo deriverebbe da una frase di Jim Morrison…), tutte più o meno riguardanti la condizione adolescenziale, gli amori e soprattutto i rancori, l’orgoglio personale. Tutte le citazioni sono veri e propri aforismi, spesso molto costruiti, proprio per rimanere in testa e colpire direttamente.
    Ma Jim si esprimeva –ovviamente –in inglese, e allora ho cercato le sue perle di saggezza anche in inglese. Qui ne ho trovate molte, ma stranamente ben poche erano analoghe a quelle italiane. In linea di massima i testi erano più lunghi, sembrano proprio risposte a domande durante un’intervista, ma soprattutto se in quelle italiane l’argomento droga era ben poco toccato e più che altro era trattato con piglio moralistico, qui emerge quello che Jim era: “le droghe sono una scommessa con la tua mente”; “in un certo senso è come scommettere, esci per una nottata di bevute e non sai dove andrai a finire il giorno dopo. Potrebbe funzionare alla grande o potrebbe essere disastroso. È come un lancio di dadi”; soprattutto al di là del poeta pace e amore ci sono citazioni come “l’amore non può salvarti dal tuo destino” che lo contraddicono.
    Insomma, credo che se uno voglia approfondire la figura di Jim Morrison non debba fare affidamento alle frasi che gli vengono attribuite; quello che ho trovato conferma come tutto quello legato alla controcultura hippie americana venga sempre frainteso in chiave semplicistica; innanzitutto non bisogna considerare come tutto uguale ciò che è uscito fuori dagli anni ’60, ogni personaggio aveva la sua identità e il suo pensiero: Inoltre basta vedere un film come Easy Rider per avere la conferma di come il senso di morte e di sfacelo fosse uno degli elementi portanti di questa cultura.
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  7. “Non tutto il male vien per nuocere”: se ti convinci di questo almeno la metà dei tuoi problemi è risolta. Era con questa idea che Giancarlo aveva accettato di passare la serata con gli altri nonostante ci sarebbe stata anche Antonella. Non si erano più visti dopo l'operazione ed in effetti era parecchio strano che Giorgia avesse proposto anche a lei di passare la serata insieme. Francesca e Michele avevano appena avvisato di essere in arrivo, dopo poche chiacchiere in casa avrebbero iniziato il giro dei locali.
    Il record del gruppo era di quattro discoteche in ventiquattro ore, ma stasera forse avrebbero raggiunto quota cinque. È vero che c'erano persone che utilizzavano in maniera più costruttiva le enormi energie messe a disposizione dai nuovi sistemi nervosi impiantati in gran parte degli umani, ma a loro in fondo andava bene così. Tutti e quattro avevano un lavoro non particolarmente pesante -cinquanta ore a settimana da dividere su cinque giorni per mettere ordine nelle lamentele pubblicate su un sito governativo -e avevano l'idea che una volta consegnato allo Stato il loro impegno e la loro fatica dovessero sentirsi liberi di fare ciò che volevano. D'altra parte utilizzare tutte le energie neurali per il lavoro era veramente uno spreco di tecnologia, considerando che l'operazione se la erano pagata loro.
    -E così ecco qui il nostro malaticcio! -Francesca aveva già visto Giancarlo pochi giorni dopo la sua operazione, ma si divertiva comunque a prenderlo in giro, -siamo passati a prenderti a casa, così non fai sforzi, finisci pure di lavare i piatti che poi andiamo!
    -Sono solo quattro, ci metto cinque minuti e arrivo! dovrebbe occuparsene la lavastoviglie ma Giorgia ha paura che la ceramica si rovini, e così faccio a mano.
    Giorgia in realtà non aveva alcuna voglia di lavare nulla, adesso era impegnata nella risoluzione di un complicato gioco simile al tetris sul computer di casa. Evidentemente però l'attenzione verso il mondo esterno era ancora sveglia perché ebbe un rapido sussulto: -Cosa vuoi da me?! Non vedi che sono impegnata?? Te l'ho già detto che quando sento che chiudi l'acqua la pianto con quest'affare e arrivo.
    -Ma chi ti dice niente! Stavo parlando con Francesca, finisci pure di farti i fatti tuoi...
    -Sì- Non c'era bisogno di portare avanti la discussione: ad Antonella bastava fare capire che aveva frainteso: senza cercare di giustificarsi o di ribattere continuò a mettere le sue energie a disposizione del gioco.
    -C'è anche Antonella vero? -Michele lo sapeva benissimo, aveva semplicemente voglia di sentire la reazione dell'amico.
    -Già, l'ha invitata la Giò, non chiedermi il perchè...-
    -Almeno ci sarà una persona non convalescente a cui non bisogna stare dietro! È rimasta l'unica persona che conosco a non aver fatto l'operazione; quella che si dice una testa dura!
    La battuta di Francesca fece ridere Michele di gusto, Giancarlo di un riso stentato ed ebbe soprattutto il merito di staccare definitivamente Giorgia dal pc. Per dimostrare la sua attenzione la ragazza volle subito partecipare alla conversazione: -Io l'ho invitata, ma sinceramente mi chiedo come farà a reggere i nostri ritmi col suo normale cervello vecchio; io non voglio rinunciare a niente ve lo dico chiaro!
    Anche Giancarlo aveva provato a convincere Antonella ad operarsi ma non ci era riuscito, lei aveva fatto una delle sue solite sfuriate proprio di fronte alla clinica e se ne era andata in bicicletta. Ci aveva messo diversi minuti a scomparire pedalata dopo pedalata dal campo visivo di Giancarlo, giusto per lasciargli il tempo di farsi addentare per bene dal rimorso di avere scelto di scambiare la sua vecchia rete neurale per un'apparecchiatura nuova.
    Ecco suonare la porta.
    I nervi dei quattro si irrigidirono automaticamente, solo Giorgia ebbe la prontezza di andare ad aprire la porta e abbracciare l'amica. Dopo un rapido saluto salirono tutti in macchina. Certo che Antonella era proprio bella, pensava Giancarlo. Con un'orgogliosa espressione di sfida guardava i quattro decisa a dare il meglio di sé, a ballare e stare sveglia il più a lungo possibile; in fondo non era lei quella che aveva subito un'operazione da pochi giorni. Mentre Gianfranco leggeva tutto questo nei suoi occhi si sentì una lieve scossa che attraversava la cicatrice, ma era il caso di tenere duro.
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  8. I migliori 100 album italiani secondo Rolling Stone

    Ieri sul sito di Rolling Stone Italia è uscita una classifica dei 100 migliori album della nostra musica; qui pubblico solo i primi dieci titoli:

    1. Vasco Rossi: Bollicine
    2. Franco Battiato: La voce del padrone
    3. Lucio Battisti: Una donna per amico
    4. Fabrizio De Andrè: Crêuza de mä
    5. Jovanotti: Lorenzo 1994
    6. Vinicio Capossela: Ovunque proteggi
    7. Diaframma: Siberia
    8. CSI - Consorzio Suonatori Indipendenti: Linea gotica
    9. Area: Arbeit Macht Frei
    10. Adriano Celentano: Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra

    Il criterio utilizzato evidentemente è stato quello di mettere un solo disco per autore, scelta molto discutibile dal momento che qui si parla di dischi migliori e non di artisti migliori...ma le decisioni non condivisibili non si fermano qui, almeno per quello che mi riguarda.
    Personalmente possiedo in cd originale uno solo dei dieci titoli citati (Linea Gotica), conosco molto bene La voce del padrone perché lo ha mio zio e ho ascoltato qualche volta Bollicine e Siberia. Non che sia un gran collezionista di musica italiana ma mi aspettavo qualcosa di diverso! Ovviamente queste sono classifiche che lasciano un po' il tempo che trovano, però possono essere interessanti stimoli per discutere e conoscere altra musica. Quello che stupisce di più ad esempio è la presenza al 10 di Celentano, all'11 di Ligabue (che normalmente viene osannato da tutti, e questo rende interessante che sia fuori dalla top ten!), la scelta di Stanze per i Massimo Volume e di Wow per i Verdena, di I buoni e i cattivi per Bennato e soprattutto la 41^ posizione per Non è per sempre degli Afterhours che non è neanche il loro disco migliore o il più interessante! Riguardando la classifica mi vengono sempre più in mente altre obiezioni ma mi fermo qui! 
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