Un mesetto fa stavo facendo un giro su Bandcamp e mi ha incuriosito la copertina di questo primo ep dei torinesi Il terzo istante; dopo un primo ascolto mi sono reso conto che effettivamente il disco meritava l'acquisto del supporto fisico, a maggior ragione che il prezzo del prodotto è a discrezione del cliente.
I quattro brani di Come ti senti? parlano di dubbi, incertezze e di un forte senso di instabilità; i pezzi non sono suonati dalla classica formazione rock di chitarra/basso/batteria, ma sono strutturati attorno alle tastiere e alla chitarra. Questo influisce molto sulla struttura dei brani.
Come ti senti? inizia con un giro semplice molto in stile grunge, dove la chitarra e il pianoforte sono protagonisti, è proprio il piano, con un gusto un po' retrò a dare un interessante cambio di tempo sul finale della canzone.
Le idee chiare inizia con un pianoforte un po' scazzato accompagnato dagli effetti della chitarra ma dopo poco ecco che i due strumenti si incastrano fino ad arrivare ad un ritornello in stile Muse, "non ti fidare di chi ha le idee chiare".
Non sai ha un cantato che ricorda molto gli strappi vocali di Manuel Agnelli su un ritmo che il pianoforte trasforma spesso in una specie di swing; melodia molto bella per il ritornello.
Anche Il senno di poi inizia con lo stile grunge un po' scazzato, ma questa volta a dare le coordinate per lo stato d'animo è la chitarra e -più avanti nel pezzo -le seconde voci. Anche qui, come nei brani precedenti, i piatti della batteria sottolineano i momenti più rumorosi del pezzo.
Questo lavoro è insomma un ottimo esempio di rock con testi in italiano e con suoni non banali. Eccone qui un brano:
Come ti senti? inizia con un giro semplice molto in stile grunge, dove la chitarra e il pianoforte sono protagonisti, è proprio il piano, con un gusto un po' retrò a dare un interessante cambio di tempo sul finale della canzone.
Le idee chiare inizia con un pianoforte un po' scazzato accompagnato dagli effetti della chitarra ma dopo poco ecco che i due strumenti si incastrano fino ad arrivare ad un ritornello in stile Muse, "non ti fidare di chi ha le idee chiare".
Non sai ha un cantato che ricorda molto gli strappi vocali di Manuel Agnelli su un ritmo che il pianoforte trasforma spesso in una specie di swing; melodia molto bella per il ritornello.
Anche Il senno di poi inizia con lo stile grunge un po' scazzato, ma questa volta a dare le coordinate per lo stato d'animo è la chitarra e -più avanti nel pezzo -le seconde voci. Anche qui, come nei brani precedenti, i piatti della batteria sottolineano i momenti più rumorosi del pezzo.
Questo lavoro è insomma un ottimo esempio di rock con testi in italiano e con suoni non banali. Eccone qui un brano:
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