Piccola cronaca della serata: alle ore 19.48 mi accorgo grazie a Twitter che al Modena di Sampierdarena avrebbero suonato Manuel Agnelli e Xabier Iriondo, ancora in confusione chiamo Tiziana e tra le 19.55 e le 20.05 mangio quello che mi è possibile, parcheggiamo non troppo lontano dal teatro, prendiamo due biglietti (erano rimasti solo posti in piedi) in piedi e aspettiamo che inizino i concerti.

Da queste prime righe già si capisce che la risposta dei genovesi è stata calorosa: un tutto esaurito realizzato con non so quali mezzi di comunicazione (internet? passaparola?) dal momento che non ho visto alcun manifesto in giro!

Pochi minuti dopo le 21.00 iniziano i genovesi En Roco, che avevo già visto qualche anno fa al Goa Boa.

Quando sento molta gente coinvolta in una manifestazione solitamente provo una certa curiosità. Così, quando ho visto su Facebook che un po' di persone che conosco avrebbero partecipato oggi a un flash mob organizzato in Piazza de Ferrari per ballare Gangnam Style di Psy, ho pensato di andare a dare uno sguardo.
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(Leggi la prima parte)

(Leggi la seconda parte)

Nella sua Salomè Richard Strauss utilizza la musica soprattutto per sottolineare la psicologia dei personaggi e i loro stati d'animo. Nel fare questo è normale che una vicenda densa di simboli, perversione e istintività abbia molti cambi di tempo, parti ben poco melodiche e momenti invece di una più chiara cantabilità.

(Leggi la prima parte)

Vediamo ora le caratteristiche principali del testo di Wilde e della trasposizione operistica di Strauss.

Lo scrittore irlandese ci mostra un'opera simbolica e dalla morale ambigua: Salomè è per lui un'adolescente sopraffatta dalla sua nascente sessualità contro cui non può fare nulla se non cedere. Tutti i personaggi principali esprimono un parere su di lei e sulla luna, spettatrice partecipe delle vicende con i suoi influssi.

La gente di cultura dell'Europa a cavallo tra '800 e '900 respirava un clima cosmopolita in cui le culture nazionali partecipavano a definire un gusto europeo raffinato: l'esotico proveniente dal vicino Oriente, dall'Africa o dal Giappone era conosciuto grazie a ciò che arrivava dalle colonie francesi, inglesi o grazie ai mercanti, la musica di riferimento era quella austriaca (il Classicismo, i Valzer o la nascente “Seconda scuola di Vienna”), la pittura quella francese mentre in letteratura le

Cristo si è fermato a Eboli è il memoriale in forma narrativa degli anni che il pittore Carlo Levi ha passato al confino nel paesino lucano di Agliano, chiamato Gagliano nel libro. Levi racconta le sue vicende all'interno di un paese in cui pesa molto la mentalità piccolo-borghese fatta di ripicche e giochi di potere tra i potenti del luogo.
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