Un po' di settimane fa ho visto una copia di questo libro in una biblioteca e la dicitura "il capolavoro della narrativa tailandese" mi ha incuriosito. Purtroppo la casa editrice Besa non ha fatto un ottimo lavoro, sono presenti molti refusi e scelte editoriali non proprio azzeccate (nella confessione di Prem al poliziotto, non sono differenziati in maniera chiara i dialoghi che si svolgono al tempo presente e quelli rievocati nel racconto). La copia che ho letto era vecchia, mi auguro che nelle successive ristampe questi problemi siano stati superati.
Il romanzo racconta la storia di Prem, bambino quasi autistico di un piccolo villaggio rurale del Siam, che grazie alla scuola e in particolare all'insegnante Kumjai, diventa consapevole del mondo che ha attorno. Nel corso degli anni successivi il giovane vincerà una borsa di studio per andare in Inghilterra entrando in contatto con la cultura e il modo di vivere occidentali. La narrazione è punteggiata da riferimenti a fatti della storia della Tailandia che servono al protagonista per ragionare sul senso di appartenenza e sulla libertà.
La terra dei Monsoni offre molti spunti interessanti per la narrazione, ma spesso li abbandona senza farli giungere a compimento. Così accade per l'infanzia da girino, da muto di Prem o per i personaggi tailandesi che a fine libro ritornano nella narrazione solo per testimoniare un modo di vivere diverso. Poco verosimile è poi la vicenda della morte del compositore tedesco (non entro nei dettagli per non rovinare la trama a chi deve ancora leggere il libro, ma la polizia non lavora certo così...). Il fratello maggiore di Prem, con la sua curiosità verso il mondo occidentale, Prem stesso e il maestro Kumjai sono tuttavia personaggi ben riusciti, in un romanzo carino sì, ma poco di più.
Secondo te alla fine è veramente il capolavoro della narrativa Tailandese o può esserci qualcosa di meglio?
RispondiEliminaMi auguro che producano qualcosa di meglio! Il problema è che in Europa arrivano pochi testi dai Paesi "minori" e non si può mai avere la percezione di quanto queste opere siano importanti per il Paese stesso: magari questo è stato tradotto semplicemente perchè gli editori lo ritenevano adatto ad un pubblico occidentale
RispondiElimina