1. Come già l'anno scorso, anche a questo giro vi segnalo qualche bella canzone natalizia!

    Iniziamo con un pezzo dei Veils di un paio di anni fa, First Frost. Il gruppo lo ha ripostato su Twitter oggi, per fare gli auguri ai fan. Ascoltiamocelo aspettando il loro nuovo disco...


    Il secondo pezzo è tratto dalle registrazioni che nel 2002 i Belle and Sebastian hanno fatto per la trasmissione di John Peel, questo è un loro brano natalizio mai pubblicato, dal sapore country! I took some time for Christmas.


    Il terzo è il nuovo pezzo di Natale dei Killers, I feel it in my bones. Come in altre annate, il gruppo di Las Vegas coglie l'occasione natalizia per pubblicare un video strano e ironico.


    Buon ascolto e Buon Natale!!!
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  2. Il sottotitolo di questo saggio del critico musicale del New Yorker Alex Ross è già un utile indizio per avere chiaro il contenuto del volume: “Ascoltando il XX secolo”. E quello che l'autore propone è proprio un percorso attraverso la musica classica dello scorso secolo visitando le opere, i compositori e gli avvenimenti storici di modo da fornire un panorama completo e chiaro, facendo comprendere tutto ciò che sta dietro alla composizione. Le tre componenti sono molto ben equilibrate. Un aspetto molto importante è che le analisi delle opere sono approfondite per quello che riguarda le caratteristiche, ma leggibili anche per chi ha ben poca confidenza con la notazione musicale. I compositori sono ben presentati nelle loro caratteristiche e nelle vicende biografiche; curiosamente Ross si sofferma di più, dedicando addirittura un capitolo per uno, su due autori provenienti da periferie musicali: il Regno Unito di Benjamin Britten e la Finlandia di Jean Sibelius. Gli avvenimenti storici servono sempre a dare un panorama chiaro di quello che sta succedendo, soffermandosi soprattutto sulla politica culturale dei vari governi (dei regimi così come sull'America del New Deal).
    Iniziando dalla prima austriaca della Salomè di Richard Strauss, Alex Ross segue il dissolversi della tonalità attraverso le provocazioni antiborghesi di Shoenberg e soci, va alle radici delle influenze della musica nera da una parte all'altra dell'Atlantico, commenta le avanguardie europee e statunitensi (l'elettronica tedesca di Darmstadt, la dodecafonia divenuta oramai conformismo, il minimalismo americano) senza tranciare giudizi ma ricostruendo in maniera esauriente.
    Alla fine del libro è presente una discografia consigliata, che prosegue anche sul sito dell'autore dando al lettore la possibilità di ascoltare ciò di cui si parla nel libro.
    Leggere un volume così documentato consultando internet (il sito del libro, ma anche youtube) è forse la maniera migliore per avere un'esperienza veramente formativa del panorama musicale del '900; per trasformarsi in lettore-ascoltatore bisogna prendersi il tempo necessario, non avere fretta di arrivare alla fine senza avere ascoltato i compositori che più incuriosiscono.
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  3. Un po' di settimane fa ho visto una copia di questo libro in una biblioteca e la dicitura "il capolavoro della narrativa tailandese" mi ha incuriosito. Purtroppo la casa editrice Besa non ha fatto un ottimo lavoro, sono presenti molti refusi e scelte editoriali non proprio azzeccate (nella confessione di Prem al poliziotto, non sono differenziati in maniera chiara i dialoghi che si svolgono al tempo presente e quelli rievocati nel racconto). La copia che ho letto era vecchia, mi auguro che nelle successive ristampe questi problemi siano stati superati.

    Il romanzo racconta la storia di Prem, bambino quasi autistico di un piccolo villaggio rurale del Siam, che grazie alla scuola e in particolare all'insegnante Kumjai, diventa consapevole del mondo che ha attorno. Nel corso degli anni successivi il giovane vincerà una borsa di studio per andare in Inghilterra entrando in contatto con la cultura e il modo di vivere occidentali. La narrazione è punteggiata da riferimenti a fatti della storia della Tailandia che servono al protagonista per ragionare sul senso di appartenenza e sulla libertà.
    La terra dei Monsoni offre molti spunti interessanti per la narrazione, ma spesso li abbandona senza  farli giungere a compimento. Così accade per l'infanzia da girino, da muto di Prem o per i personaggi tailandesi che a fine libro ritornano nella narrazione solo per testimoniare un modo di vivere diverso. Poco verosimile è poi la vicenda della morte del compositore tedesco (non entro nei dettagli per non rovinare la trama a chi deve ancora leggere il libro, ma la polizia non lavora certo così...). Il fratello maggiore di Prem, con la sua curiosità verso il mondo occidentale, Prem stesso e il maestro Kumjai sono tuttavia personaggi ben riusciti, in un romanzo carino sì, ma poco di più.

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  4. Da qualche anno sul web si possono trovare espressioni di umorismo che soddisfano al 100% la filosofia di Internet 2.0: l'utente può essere non solo fruitore, ma anche creatore!
    Le prime forme che mi vengono in mente, qui in Italia, sono state le note scolastiche pubblicate su alcuni blog: in esse l'umorismo era involontario, un po' come il predecessore cartaceo Io speriamo che me la cavo e i suoi successori, cioè raccolte di temi sgrammaticati. L'utente in questo caso si limitava a segnalare delle situazioni divertenti di cui era stato protagonista. Poi è arrivato il blog sui Chuck Norris Fact che segna un po' il modello di quello che intendo per Umorismo 2.0. Qui l'utente è chiamato a inserire dei piccoli aneddoti seguendo un canovaccio semplice: le frasi del testo devono essere brevi e Chuck Norris, con la sua forza e la capacità di fare ciò che vuole, deve esserne il protagonista, sono graditi giochi di parole e riferimenti ad altri "fatti culturali" (pubblicità o cose simili). La palla passa poi rapidamente ai Social Network come Facebook che consente di condividere tutto ciò che si trova, offrendo un bel palcoscenico per chi scrive cose divertenti. Qui hanno iniziato a spopolare le illustrazioni e i fotomontaggi, fatti spesso con immagini standard: l'umorismo inizia ad avere le caratteristiche dell'artigianato industriale: come si possono creare delle tovagliette con le immagini della propria città o delle bamboline con il vestito tradizionale della regione, allo stesso modo si possono utilizzare materiali già esistenti, come foto o vignette, da assemblare insieme (i meme). In questa maniera chiunque può diventare facilmente creatore di storie divertenti che possono essere condivise da chiunque. Un'ultima frontiera è quella degli ashtag, le chiavi di ricerca di Twitter che spesso fungono da tema per poter fare sbizzarrire la propria fantasia.
    Chissà cosa succederà di nuovo tra qualche mese; la fluidità del mezzo internet, unita alla voglia di protagonismo e alla naturale inclinazione dell'uomo verso la risata possono aprirci mille strade!
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  5. In questo finire del 2012 due gruppi a cui ho dedicato una recensione qualche tempo fa, i KamchatKa! e i Mardi Gras hanno pubblicato dei nuovi video, eccoli qui|:

    I KamchatKa! sono più aggressivi e rudi che nel loro album: suoni belli grezzi ed energici per un video un po' paraculo, ma non a caso il brano si chiama Pezzo compromesso


    Di gran classe invece il pop rock dei Mardi Gras vicini anche nella loro carriera alla verde Irlanda. Feel alright è il nuovo singolo: una nuova ventata di ottimismo in linea con il precedente lavoro: l'album, Among the streams 


    ...Buon ascolto
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