Come già l'anno scorso, anche a questo giro vi segnalo qualche bella canzone natalizia!

Iniziamo con un pezzo dei Veils di un paio di anni fa, First Frost. Il gruppo lo ha ripostato su Twitter oggi, per fare gli auguri ai fan. Ascoltiamocelo aspettando il loro nuovo disco...

Il secondo pezzo è tratto dalle registrazioni che nel 2002 i Belle and Sebastian hanno fatto per la trasmissione di John Peel, questo è un loro brano natalizio mai pubblicato, dal sapore country! I took some time for Christmas.

Il terzo è il nuovo pezzo di Natale dei Killers, I feel it in my bones. Come in altre annate, il gruppo di Las Vegas coglie l'occasione natalizia per pubblicare un video strano e ironico.

Il sottotitolo di questo saggio del critico musicale del New Yorker Alex Ross è già un utile indizio per avere chiaro il contenuto del volume: “Ascoltando il XX secolo”. E quello che l'autore propone è proprio un percorso attraverso la musica classica dello scorso secolo visitando le opere, i compositori e gli avvenimenti storici di modo da fornire un panorama completo e chiaro, facendo comprendere tutto ciò che sta dietro alla composizione. Le tre componenti sono molto ben equilibrate.

Un po' di settimane fa ho visto una copia di questo libro in una biblioteca e la dicitura "il capolavoro della narrativa tailandese" mi ha incuriosito. Purtroppo la casa editrice Besa non ha fatto un ottimo lavoro, sono presenti molti refusi e scelte editoriali non proprio azzeccate (nella confessione di Prem al poliziotto, non sono differenziati in maniera chiara i dialoghi che si svolgono al tempo presente e quelli rievocati nel racconto).
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Da qualche anno sul web si possono trovare espressioni di umorismo che soddisfano al 100% la filosofia di Internet 2.0: l'utente può essere non solo fruitore, ma anche creatore!

Le prime forme che mi vengono in mente, qui in Italia, sono state le note scolastiche pubblicate su alcuni blog: in esse l'umorismo era involontario, un po' come il predecessore cartaceo Io speriamo che me la cavo e i suoi successori, cioè raccolte di temi sgrammaticati.
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In questo finire del 2012 due gruppi a cui ho dedicato una recensione qualche tempo fa, i KamchatKa! e i Mardi Gras hanno pubblicato dei nuovi video, eccoli qui|:

I KamchatKa! sono più aggressivi e rudi che nel loro album: suoni belli grezzi ed energici per un video un po' paraculo, ma non a caso il brano si chiama Pezzo compromesso

Di gran classe invece il pop rock dei Mardi Gras vicini anche nella loro carriera alla verde Irlanda.

Piccola cronaca della serata: alle ore 19.48 mi accorgo grazie a Twitter che al Modena di Sampierdarena avrebbero suonato Manuel Agnelli e Xabier Iriondo, ancora in confusione chiamo Tiziana e tra le 19.55 e le 20.05 mangio quello che mi è possibile, parcheggiamo non troppo lontano dal teatro, prendiamo due biglietti (erano rimasti solo posti in piedi) in piedi e aspettiamo che inizino i concerti.

Quando sento molta gente coinvolta in una manifestazione solitamente provo una certa curiosità. Così, quando ho visto su Facebook che un po' di persone che conosco avrebbero partecipato oggi a un flash mob organizzato in Piazza de Ferrari per ballare Gangnam Style di Psy, ho pensato di andare a dare uno sguardo.
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(Leggi la prima parte)

(Leggi la seconda parte)

Nella sua Salomè Richard Strauss utilizza la musica soprattutto per sottolineare la psicologia dei personaggi e i loro stati d'animo. Nel fare questo è normale che una vicenda densa di simboli, perversione e istintività abbia molti cambi di tempo, parti ben poco melodiche e momenti invece di una più chiara cantabilità.

(Leggi la prima parte)

Vediamo ora le caratteristiche principali del testo di Wilde e della trasposizione operistica di Strauss.

Lo scrittore irlandese ci mostra un'opera simbolica e dalla morale ambigua: Salomè è per lui un'adolescente sopraffatta dalla sua nascente sessualità contro cui non può fare nulla se non cedere. Tutti i personaggi principali esprimono un parere su di lei e sulla luna, spettatrice partecipe delle vicende con i suoi influssi.

La gente di cultura dell'Europa a cavallo tra '800 e '900 respirava un clima cosmopolita in cui le culture nazionali partecipavano a definire un gusto europeo raffinato: l'esotico proveniente dal vicino Oriente, dall'Africa o dal Giappone era conosciuto grazie a ciò che arrivava dalle colonie francesi, inglesi o grazie ai mercanti, la musica di riferimento era quella austriaca (il Classicismo, i Valzer o la nascente “Seconda scuola di Vienna”), la pittura quella francese mentre in letteratura le
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