1. “Perkus viveva in un enigma tanto quanto in una città”. Questa frase tocca e riassume due temi fondamentali di Chronic city di Jonathan Lethem. Gli enigmi sono continui nelle vicende di Perkus Tooth, di Chase Insteadman e degli altri personaggi che si aggirano per la città, una New York in cui elementi reali convivono con invenzioni letterarie e, appunto, enigmi e complotti. Normalmente in un romanzo ambientato in un luogo ben riconoscibile, si trovano citati personaggi reali e inventati; è l'ABC del romanzo realistico, ma qui Lethem fa qualcosa di più e di diverso: inserisce nella città elementi assolutamente assurdi e inventati che però non sembrano poi così strani per i personaggi (i monumenti dell'artista Noteless, le nevicate, il persistente odore di cioccolato). Più strana è invece la presenza di una tigre che si aggira downtown, uno dei tanti animali che costellano questo poderoso romanzo. Il protagonista Chase Insteadman, poi è un ex attore, dunque Lethem può dare il suo classico sfoggio di cultura poi pescando questa volta dal mondo del cinema.
    Quello che colpisce più il lettore è proprio il muoversi tra reale e inventato, tra complotto e buona fede. Preferisco qui segnalare solo alcune sporgenze, alcune caratteristiche di Chronic city piuttosto che delineare la trama di questo che è oltretutto il più lineare tra i romanzi di Lethem. L'autore non fa contorsioni logiche come in Amnesia moon, né crea un romanzo con parti deboli come nella Fortezza della solitudine. Se si accettano le stranezze e le teorie complottiste, Chronic city scorre benissimo.
    Per concludere, si può considerare Chronic city in continuità con i romanzi newyorkesi di Lethem e, tra questi, è il più armonico e compiuto, in grado di portare avanti una storia con le stranezze tipiche dell'autore, ma senza obbligare il lettore a forzare la propria logica per comprendere il tutto, sempre che ci sia un tutto da comprendere.
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  2. Danubio è una raccolta di suggestioni culturali raccolta da Claudio Magris durante un viaggio lungo il corso del fiume, dalle sue sorgenti contese tra più località alle stanche foci paludose. Nel volume l'aspetto geografico non è prioritario, si parla del percorso del fiume solo per citare curiosità o poco altro; quello che interessa a Magris è la cultura prodotta da chi ha vissuto nelle terre bagnate dal Danubio. Il tratto di viaggio in Germania funge da spunto per una riflessione sulla cultura tedesca, ma è con l'ingresso in territorio austriaco che si entra nel vivo di questo viaggio nella cultura dell'Europa centro-orientale, dove i confini tra Stati non sono mai state delle barriere per i popoli: Austria, Slovacchia, Ungheria sono stati i diversi cuori dell'Impero Asburgico e ancora a distanza di un secolo dal dissolvimento dell'impero si possono ancora vedere i segni. L'Ungheria funge anche da passaggio verso l'Est comunista (il libro uscito nel 1986), qui come in Jugoslavia e Romania si vede l'orgoglio nazionale mischiato alle esigenze artistiche del realismo socialista. I palazzoni in stile sovietico svettano tra le antiche città abitate dai tanti tedeschi dell'est che sono dovuti migrare dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
    Il volume costituisce un'interessante viaggio nella cultura di mezza Europa, per cui la cartografia può essere di poco aiuto. Però inserire qualche foto e almeno una carta geografica del percorso svolto dall'autore sarebbe stato d'aiuto!
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