“Perkus viveva in un
enigma tanto quanto in una città”. Questa frase tocca e riassume
due temi fondamentali di Chronic city
di Jonathan Lethem. Gli enigmi sono continui nelle vicende di Perkus
Tooth, di Chase Insteadman e degli altri personaggi che si aggirano
per la città, una New York in cui elementi reali convivono con
invenzioni letterarie e, appunto, enigmi e complotti. Normalmente in
un romanzo ambientato in un luogo ben riconoscibile, si trovano
citati personaggi reali e inventati; è l'ABC del romanzo realistico,
ma qui Lethem fa qualcosa di più e di diverso: inserisce nella città
elementi assolutamente assurdi e inventati che però non sembrano poi
così strani per i personaggi (i monumenti dell'artista Noteless, le
nevicate, il persistente odore di cioccolato). Più strana è invece
la presenza di una tigre che si aggira downtown, uno dei tanti
animali che costellano questo poderoso romanzo. Il protagonista Chase
Insteadman, poi è un ex attore, dunque Lethem può dare il suo
classico sfoggio di cultura poi pescando questa volta dal mondo del
cinema.
Quello
che colpisce più il lettore è proprio il muoversi tra reale e
inventato, tra complotto e buona fede. Preferisco qui segnalare solo
alcune sporgenze, alcune caratteristiche di Chronic city
piuttosto che delineare la trama di questo che è oltretutto il più
lineare tra i romanzi di Lethem. L'autore non fa contorsioni logiche
come in Amnesia moon,
né crea un romanzo con parti deboli come nella Fortezza
della solitudine. Se si
accettano le stranezze e le teorie complottiste, Chronic
city scorre benissimo.
Per
concludere, si può considerare Chronic city
in continuità con i romanzi newyorkesi di Lethem e, tra questi, è
il più armonico e compiuto, in grado di portare avanti una storia
con le stranezze tipiche dell'autore, ma senza obbligare il lettore a
forzare la propria logica per comprendere il tutto, sempre che ci sia
un tutto da comprendere.
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