Negli ultimi anni Nick
Cave sta portando avanti svariati progetti musicali: i Grinderman, le
colonne sonore con Warren Ellis e i dischi con i Bad Seeds che
proprio facendo entrare qualche anno fa il barbuto violinista Ellis
hanno iniziato un percorso che li ha portati in questo inizio 2013 a
Push the Sky away,
il nuovo disco appunto di Nick
Cave and the Bad Seeds. In
questo lavoro Warren Ellis ha preso le redini dei Bad Seeds dopo
l'uscita dal gruppo di Mick Harvey, tessendo un tappeto molto
delicato sotto i testi di Nick Cave. Il cantante, parlando della
musica che accompagna i suoi testi, ha detto che se l'album fosse una
creatura sarebbe un bambino fantasma e i ritmi creati da Warren Ellis
sarebbero il battito del suo cuore: spendiamo due parole su questo
battito di cuore, prima di dedicarci ai testi.
In
molti brani il battito è regolare: un loop di sintetizzatore
accompagnato da una batteria e condito da cori e dagli altri
strumenti è la base per We
no who U R,
Wide lovely eyes e
Push the sky away:
in questi brani la musica sembra più che altro un sostegno per il
testo recitato; Jubilee
street
fa lo stesso, ma in questo caso la base è un arpeggio di chitarra.
Water's edge
e We real cool sono
sostenute da un basso aggressivo e leggermente distorto, come in
molti brani dei primi dischi (mi vengono in mente From
her to eternity e
Tupelo);
quello che è cambiato, e che è un'altra cifra stilistica di questo
disco, è la mancanza di aggressività nel cantare/recitare. È un
disco quasi sottovoce. In questo senso i due brani che si distaccano
maggiormente sono la melodica Mermaids
(una
canzone che potrebbe essere uscita da uno dei dischi del Nick Cave
dei primi anni '90) e l'espressiva Higgs
Boson Blues,
lungo blues su cui la voce incespica, gracchia e predica. In questo
veloce discorso sulla musica, ho lasciato per ultima Finishing
Jubilee street
perchè è il brano che, per la musica e per il testo è più
rappresentativo dello spirito del disco: un commento.
Il
testo racconta di un sogno avuto dopo aver finito di scrivere Jubille
street, Nick Cave parla della protagonista del brano come se non
l'avesse creata lui, ma fosse una creatura che lui stesso deve
immaginare ogni volta. Negli altri brani Nick Cave commenta ogni
aspetto del mondo, il cantante ha dichiarato che il punto di
partenza per questo lavoro è stato un taccuino in cui scriveva le
curiosità ricercate su internet. E queste emergono dando ad alcuni
testi un qualcosa di postmoderno, come in Desolation row di Dylan:
sto parlando in particolare di Higgs
Boson Blues,
dedicata al Bosone di Higgs, la particella di Dio. Quale tema
potrebbe essere più congeniale a un cantante in continuo scontro tra
bestemmia e preghiera? Tuttavia qui più che sviscerare argomenti
scientifici, Cave parla di un viaggio in macchina verso Ginevra
durante il quale vede compiersi sotto i suoi occhi il famoso patto
tra il diavolo e il bluesman Robert Johnson, compare il personaggio
della Disney Hannah Montana che alla fine perde la sua identità
diventando la sua interprete Miley Cyrus. In questo guazzabuglio di
curiosità e di riferimenti diversi si parla di religione, sia nel
branp che dà il titolo al disco che dalla copertina, che ricorda la
cacciata dei progenitori dall'Eden di Masaccio, con Nick Cave nel
ruolo dell'angelo e la moglie
Susie
Bick
nella
parte di Eva; è forte il senso di un controllo ossessivo e freddo
(We know who U R
e We real cool)
e la forza dell'amore e del sesso (Wide
lovely eyes
e Water's edge),
mentre Jubilee
street
intesse una storia di violenza, sesso e ossessione che fa da
riassunto a molti temi del disco.
Un
lavoro da ascoltare con i testi sottomano dunque, anche perché la
musica è spesso passeggera; probabilmente ascolto dopo ascolto la
selezione naturale mi porterà ad ascoltare, tra qualche mese, solo
Jubilee Street
e Higgs Boson
Blues,
due pezzi eccezionali.
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