
I British Sea Power sono
un gruppo molto attivo sia per l'attività dal vivo che per le
registrazioni in studio. Dal 2011 (anno del loro precedente album,
Valhalla Dancehall) hanno
registrato sei cd di demo da vendere ai loro concerti; molti dei
pezzi qui contenuti sono stati poi
completati
per diventare le canzoni del loro quinto album di studio (senza
contare le colonne sonore):
Machineries
of Joy.
Già da questa origine delle canzoni si capisce come il disco sia in
continuità con il precedente; d'altra parte i British non sono un
gruppo che rivoluziona il proprio stile da un lavoro all'altro. Le
canzoni sono divise tra i due cantanti, Yan e Hamilton, in un
sodalizio in cui compaiono numerosi musicisti che contribuiscono a
creare le molteplici atmosfere che il disco ci offre. Ci sono i
soliti brani ipnotici, quelli che creano un panorama tipicamente
inglese di nebbie, vasti spazi silenziosi, coste ventose (non faccio
esempi a caso, questi aspetti della natura sono da sempre presenti
nell'immaginario dei British: solo in questo disco troviamo canzoni
dai titoli come
Spring
has sprung,
A light above
descending,
When a warm wind
blows through the grass).
L'atmosfera di questi brani è creata dalle chitarre insieme al
violino, trombe, tastiere e seconde voci, entrambi i cantanti sono a
proprio agio con questo tipo di canzoni, ma quelli interpretati dalla
voce trasognata di Hamilton hanno un qualcosa in più. Ci sono poi
alcuni brani più carichi musicalmente, più rumorosi e dai ritmi più
ricercati:
K hole
è un mantra aggressivo,
Loving
animals
inizia con un ritmo molto regolare di basso, batteria e voce e
finisce nel rumore, mentre
Monsters
of Sunderland
potrebbe essere adottata da una qualunque radio che cerchi qualche
assonanza con il fortunato
Little
talk degli
Of Monsters and Men.
Nei
testi abbondano frasi che si riferiscono alla fisiologia (Machineries
of joy
ad esempio), agli animali e alle armi; anche questo fa parte del
mondo musicale che il gruppo sta portando avanti da una decina di
anni.
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