Il 17 luglio a Lucca è stata una giornata molto calda; non guardavo il termometro con la frequenza con la quale guardavo l'orologio, ma c'era caldo. Già dall'orario di pranzo (e forse anche prima), nell'assolata Piazza Napoleone c'era già il palco montato, con lo sfondo di Battleborn. Questo invogliava a mettersi in coda per il concerto già dal primissimo pomeriggio, nonostante non si sapesse di preciso dove fermarsi, dal momento che non erano ben chiari i varchi da cui sarebbe stato possibile accedere alla piazza per entrare al concerto.

Non commento i discorsi sentiti in coda, né la disorganizzazione nel fare entrare la gente in piazza ma inizio subito a parlare del gruppo spalla: i
Black Rebel Motorcycle Club che circa una decina di anni fa venivano considerati uno dei gruppi che, rileggendo il passato, stava riscrivendo la storia del rock. Non entro nel dettaglio delle canzoni, dal momento che non li conosco molto bene, ma il loro concerto è stato un bell'esempio di rock tirato, per usare due etichette comode potrei dire
garage o
rock blues senza sbagliare di molto. Essere gruppo spalla non dà tutta la volontà di coinvolgere il pubblico, e così i
BRMC (come già gli Stereophonics a Milano) non hanno fatto grandi numeri, anche se il repertorio scelto non aveva momento di calo.

Quando salgono sul palco i
Killers il pubblico è già carichissimo, anche se un po' accaldato (e in effetti durante il concerto si salta sul posto, ma si poga meno del solito) e anche la stessa band sembra molto contenta di salutare per bene il pubblico italiano alla fine delle sue tre date estive. Il concerto inizia con
Somebody told me, un quarto d'ora dopo l'orario stabilito. Durante l'esibizione i vari componenti del gruppo parlano molto tra loro, più che nelle scorse date italiane. Anche l'interazione con il pubblico è più frequente: oramai non sto più ad elencare i momenti
canonici in cui il pubblico può cantare i cori; faccio solo notare che non è stato un concerto fotocopia di quello di Milano: per quello che riguarda il repertorio sono mancati i momenti acustici ma in più c'è stata una trascinante
Flesh and bone. Per i momenti finali del concerto, il fan club italiano hadistribuito al pubblico dei volantini con una versione modificata di
Exilude, per salutare la band, oltre a questo coretto è stato mostrato anche uno striscione con un saluto. Metto così tanto l'accento sul fatto che questa fosse l'ultima data italiana per l'estate, proprio perchè in più occasioni la band mi ha dato l'impressione di voler fare "bella figura" per salutare il pubblico, pubblico a cui sia Brandon Flowers che Ronnie Vannucci si sono rivolti più volte sottolineandone il calore (soprattutto nell'introduzione di
A dustland fairytale, canzone che è stata per me il momento più alto del concerto).
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