1. The Nextwave Sessions è l'ultimo ep dei Bloc Party, uscito verso la fine di agosto. Il gruppo ha annunciato non proprio uno scioglimento, ma una separazione di durata indefinita dopo la pubblicazione di questo lavoro che include cinque brani già proposti dal vivo nel corso dell'ultimo tour e registrati nella prima parte di questo 2013. Si tratta di un ep abbastanza discontinuo e strano; due caratteristiche che erano già presenti in Four. Per strano intendo che oltre alle classiche tessiture sonore del gruppo (strumenti che si innestano in maniera indipendente su una base di batteria più o meno regolare), si ha un forte uso di effetti e strumenti non proprio sobri, anzi decisamente kitch. Il brano che apre l'ep, Ratchet rappresenta proprio l'aspetto più strano del lavoro: il basso è gommoso, la chitarra ha un effetto di ritardo e di cambiamento della tonalità (o qualcosa di simile, sbaglierei di sicuro se cercassi di essere più preciso) e piovono anche delle voci sovraincise. successiva Obscene è un pezzo d'amore lento, con una batteria molto schematica, mentre French exit è un classico pezzo veloce dei Bloc Party, così come la conclusiva Children of the future è un classico pezzo melodico. Montreal è un pezzo interessante, con una batteria veloce e un basso molto notturno. Qui la chitarra emerge ogni tanto, mentre le tastiere e gli effetti sono più presenti.
    Se prima ho detto che The Nextwave Sessions è un lavoro discontinuo è proprio perché sembra un campionario della carriera dei Bloc Party; tra soluzioni nuove, stranezze e brani che fanno riconoscere alla perfezione lo stile del quartetto
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  2. In questi ultimi giorni, in seguito al disagio che una prenotazione non confermata mi ha causato, ho contattato più volte il servizio clienti della Edreams. Non mi voglio limitare ad una semplice polemica sui costi del call center o sul fatto che prima di confermarmi che qualcosa non andava nella mia prenotazione siano passate più di 24 ore. Voglio fare una riflessione più seria che parta dal finale della mia storia: una mail del servizio clienti comunica che la colpa dell'accaduto non è loro ma della compagnia aerea, ma ignora la mia richiesta di avere i contatti della suddetta compagnia. 
    Non mi aspettavo certo che qualcuno ammettesse le proprie colpe (probabilmente è realmente colpa della compagnia aerea), ma allora perché non darmi i contatti di chi ha sbagliato? Il servizio clienti in questo caso non è servito certo a me (e a chi ha fatto le telefonate e scritto le mail con me), non avendomi dato la possibilità di capire cosa è successo. Invece è servito per cercare di confermare la credibilità di Edreams stesso e per difendere la compagnia aerea da una lecita richiesta di chiarimenti.
    Replico allora la domanda che dà il titolo a questo post: a chi serve il servizio clienti? Al cliente stesso che vuole delle risposte o un risarcimento di danni subiti, o alle compagnie che il più delle volte rispondono non prendendosi le proprie responsabilità e coprendo gli errori di altri?
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  3. L'ultimo dio è l'ennesimo rendimento di grazie che Emidio Clementi offre all'opera di Emanuel Carnevali. Ordiniamo un po' le cose affinchè l'inizio di questa recensione sia comprensibile a tutti. Emidio Clementi è il cantante dei Massimo Volume, nel corso della sua carriera artistica ha anche scritto racconti e romanzi, oltre ad avere prestato la voce ad altri progetti musicali. Nel secondo album del gruppo è pubblicata una canzone intitolata Il primo dio, proprio come un romanzo di un oscuro autore di primo '900, appunto Emanuel Carnevali. Carnevali era un emigrante italiano che negli Stati Uniti, tra un lavoretto e l'altro, iniziò a scrivere in inglese (imparato, secondo la leggenda, dai cartelli pubblicitari sparsi per New York) poesie ed altri testi, diventando amico di scrittori ed intellettuali come Ezra Pound. 
    Ora che tutto può risultare più chiaro ecco che si può parlare del libro. Volutamente non l'ho ancora definito romanzo e non gli ho appiccicato etichette, perchè è difficile farlo. Il protagonista è Emidio Clementi stesso e le altre persone che sono entrate in contatto con lui sono chiamate con nome e cognome: un'autobiografia dunque? No, perchè il taglio è comunque quello del romanziere che sceglie solo gli episodi più importanti e li dispone nella maniera narrativamente più convincente. Le vicende della famiglia di Clementi sono ripercorse andando avanti e indietro nel tempo, così come il pellegrinare del protagonista verso la Svezia e poi l'Inghilterra. La fuga di Clementi lontano dalle responsabilità e dalla famiglia distrutta dai debiti fa tappa poi a Bologna, dove il cliente del ristorante presso cui lavora gli regala la copia di un libro e gli lascia un consiglio: "leggilo, parla di uno come te". Il libro è Il primo dio e nella vicenda di Carnevali, Clementi trova spiegata tutta la sua vita: "improvvisamente, allora, mi rendo conto che dentro quei lavori del cazzo a cui immolo la maggior parte del tempo, se solo riuscissi a scorgerla, c'è scritta anche la mia storia; che in quello che ho vissuto, c'è tutto quello che devo dire". Si tratta di un'illuminazione che consente a Clementi di prendere atto di tutto quello che gli è successo, che gli dà la forza per guardarsi intorno e raccontare ciò che vede. Dopo la lettura (e dopo che sa che il fratello scrive racconti), Clementi inizia a scrivere racconti e poi a provarli, come canzoni, con il gruppo in cui suona. E qui il libro prende ancora un'altra piega, perchè il Clementi personaggio si appassiona alla figura di Carnevali, va nel paese in cui lo scrittore ha vissuto cercando ogni informazione possibile nella biblioteca del luogo e il Clementi scrittore registra questa passione. Alcuni dei capitoli finali sono ricostruzioni della vita di Carnevali (o fantasticherie), stralci di lettere di altri scrittori: insomma un esempio di critica letteraria amatoriale fatta da un vero appassionato. Il libro però non si chiude così: prima ci sono i ricordi dei primi tour dei Massimo Volume, con alcune pagine che potrebbero benissimo venire pubblicate in una rivista musicale e un finale romanzesco, con l'ingresso in scena di uno dei personaggi maggiori delle storie cantate da Clementi con il suo gruppo: Rigoni. La pragmatica saggezza di Rigoni chiude il libro con la considerazione che la figura di Carnevali è stata un tramite che ha consentito di dire cose che, comunque Clementi aveva già dentro.
    L'ultimo dio è un libro interessante ma non un capolavoro proprio per questa sua costruzione composita, per i suoi molteplici centri; la parte biografica è superiore a quella critica ed entrambe sono meglio amalgamate tra di loro rispetto alla cronaca dei concerti. Comunque  racconta una storia piena di verità e questa è la grande forza di Clementi; è un libro che di sicuro deve essere letto da ogni appassionato dei Massimo Volume, ma può non essere un libro per tutti
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