
Per gli appassionati di musica i concerti alla radio californiana KCRW sono una garanzia di una buona performance, registrata bene e trasmessa senza interruzioni (come purtroppo succede nelle nostre radio...). Su alcuni siti si trovano ottimi bootleg degli artisti che si sono esibiti qui, con tanto di interviste rilassate, ma quelli sono lì a disposizione di tutti gratuitamente, mentre questa volta il live di Nick Cave e i suoi sempre cangianti Bad Seeds è in commercio. La scaletta del breve concerto non può ovviamente comprendere i singoli di maggior successo (mi fa rabbrividire scrivere una cosa del genere di Nick Cave... però effettivamente stilare una scaletta per un live è anche scegliere le canzoni che conosce il maggior numero di persone), e così Nick Cave sceglie ben 4 pezzi dell'ultimo
Pushe the Sky away, mantenendo un arrangiamento quasi identico a quello dell'album (speravo in una più coinvolgente
Higgs boson blues per essere sincero, forse avrebbe dovuto suonarla a metà concerto!
Wide lovely eyes,
Mermaids e
Push the sky away rispettano le aspettative invece) mentre per il resto si è scelto il tono dimesso, colloquiale di
The boatman's call e
No more shall we part, da cui sono tratti rispettivamente4 pezzi (
Far from me,
People ain't no good e
Into my arms, anche quest'ultima presente solo sul vinile) e 2 pezzi (
And no more shall we part e, nella versione in vinile del disco,
God is in the house con tanto di cori da parte del pubblico). I 3 brani più vecchi del repertorio presenti qui riservano qualche sorpresa nell'arrangiamento: innanzitutto
Stranger than kindness, meno rumorosa della versione in studio, poi una
Mercy seat che si adatta benissimo al clima del disco (è questa la canzone che più è cambiata nei vari di Nick Cave, passando dalla violenza alla versione acustica per chitarre o, come qui, per piano) e la conclusiva
Jack the Ripper, rumorosa e coinvolgente epilogo introdotto da un po' di clima affiatato da sala prove.
Per riassumere, si tratta di un disco senza troppe sorprese, che ha come punto di forza una grossa coerenza stilistica, adatto per le serate invernali, insomma un piacevole ascolto ma non un capolavoro. Termino con una osservazione sull'editing del disco: si sente molto che tra un brano e l'altro ci sono stati tagli (interviste, forse altri brani), non è necessariamente un difetto ma fa tanto bootleg.
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