Il "film di guerra" è forse il genere che in più di un secolo di cinema è cambiato, questo perché è inevitabilmente legato alle ideologie di un'epoca e di chi produce, scrive e dirige il film. Non starò qui a fare una lezione di storia del cinema, però nel consigliare la visione di questo bel film del regista/produttore/attore americano Grant Heslov, due parole sul passato devono essere spese perché è il film stesso, con i suoi continui richiami agli anni degli hippie e all'attualità a richiederlo.
Anche qui, come in "Berretti verdi" e in "Full metal jacket" il protagonista è un giornalista (avevo detto che non avrei fatto lezioni di cinema, ma se volete divertirvi a vedere il ruolo del giornalista in tutti e tre i film fatelo, sarà un'ottima analisi!); il film è poi totalmente figlio della nostra epoca (non vorrei usare troppo spesso nei miei post la parola postmoderno...fate conto che non l'abbia scritta), dove ironia e discorso serio si mischiano per bene. Fino a quanto Lyn è un folle? Fino a quanto Bill è un fattone? E l'odioso Larry, non è forse il più realista di tutti? Usciamo poi dalla finzione del film perché, come ci avvertono i titoli di testa, in questo film c'è molta più verità di quello che ci possiamo aspettare: è vero che gli eserciti hanno sempre cercato la creazione del supersoldato che possa usare i suoi poteri psichici (la sceneggiatura ha costruito una storia partendo proprio da un reportage che descrive questi progetti segreti), ma quanto sono stati effettivamente portati a termine? Quanto è lo spazio lasciato all'iniziativa di militari un po' strani e quanto è invece frutto di una nuova strategia?
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