Considerazione n°1: il teatro dell'Archivolto, con i suoi palchetti, le sue sedie e i suoi velluti non è certo il luogo migliore dove tenere un concerto di musica che preveda un minimo di movimento da parte del pubblico
Considerazione n°2: a Genova i concerti sono rarissimi, quindi già che abbiamo avuto la fortuna di avere questa serata con cinque artisti della Garrincha dischi la smetto col mugugno.

C'erano molte persone anche da fuori Genova per Garrincha loves Genova, evento che ha mostrato sul palco alcuni dei gruppi più interessanti del panorama indipendente italiano (credo che il pantheon sia composto da Garrincha dischi To lose la track e la più grande Tempesta dischi): L'orso, L'officina della camomilla, Magellano, Brace (nei momenti di cambio palco) e la data 0 dell'atteso nuovo tour dello Stato sociale.
Prima e dopo del concerto al banchetto dei dischi si sono alternati molti membri dei gruppi, che si aggiravano anche durante le esibizioni dei colleghi; segno di una visione non divistica del ruolo di musicista.
I primi a salire sul palco sono L'orso. Non tutti gli spettatori sono già entrati, ma il pubblico è preparato e canta con trasporto le storie indie pop del gruppo, che ci concede una bella mezzora tra suoni alla Belle and Sebastian e racconti di adolescenza & provincia. Pernazza che sale sul palco per cantar James Van der Beek è stato il primo grande momento della serata: è stato il vero padrone di casa, accompagnato dall'entusiasmo del pubblico.
Brace è salito sul palco dopo ogni gruppo con la sua chitarrina un po' scordata e con un repertorio che non riproporrei in spiaggia tra gli amici (“caffè” e “piedini” sono parole interessanti di per sé, ma continuare ad ascoltarle per più di 30 secondi non giova all'ascoltatore).
Ecco poi prendere possesso del palco, tra rumori di chitarre, L'officina della camomilla, gruppo che mi interessava parecchio vedere. Le loro melodie un po' stonate, i testi fuori dal mondo le chitarre e i sintetizzatori (pochi) creano anche dal vivo una bella atmosfera, me li aspettavo un po' più scatenati sul palco però. Comunque promossi a pienissimi voti, La tua ragazza non ascolta i Beat Happening vale da sola la loro esibizione!!
I Magellano si sono presentati con un equipaggiamento minimo ma molto efficace: pc con le basi, percussioni e due microfoni per le voci. Veramente efficaci! Filo Q si muove con conoscenza del palco mentre Pernazza fa fare quello che vuole al pubblico, bel set! Meglio dal vivo che sul disco.
Ultimo cambio di palco prima di quello per cui molti sono venuti: insieme al solito Brace si fermano anche i Magellano e arrivano L'orso per La canzone dell'ukulele (dall'ultimo disco dei Magellano): uno dei momenti migliore della serata!
Dopo un paio di pezzi da Mezzanine ecco che parte la base di Abbiamo vinto la guerra e, dopo un paio di giri ci sono lì pronti tutti i membri dello Stato sociale: ottimo pezzo per iniziare, l'urlo soddisfatto del pubblico dopo l'iniziale “Abbiamo vinto la guerra sììì!!!” è tutto per loro: il gruppo ultimamente ha vinto proprio tutto, ed è qui per dimostrarlo. Ben presto in scaletta viene presentata Sono così indie che diventa -con un testo nuovo -un modo per riassumere un po' la storia del gruppo e fare ringraziamenti. Poi ci sono anche tanti pezzi nuovi, che spesso raccontano storie personali (non i primi due singoli però C'eravamo tanto sbagliati e Questo è un grande paese che ripetono le classiche analisi della società un po' tanto retoriche), con qualche slogan e tanta chitarra. Un difetto della loro esibizione è il rapporto col pubblico: messo da parte il desiderio di fare siparietti teatrali (Deo gratias! Sentirli un anno fa dovendo stare seduto per terra ad ascoltare le loro gag era stata una menata non da poco) che ruolo dare all'interazione: io, Lodovico Guenzi, devo interrompere il mio parlare veloce se qualcuno delle prime file mi parla sopra? A parte questo il loro concerto è stato bello e coinvolgente, con persone che salivano su e giù dal palco cercando anche di avvicinarsi al microfono. Meno male che nessuno è salito per fare il balletto di Questo è un grande paese, usata come ultimo dei bis, già sono allergico ai balletti e quello non sarei riuscito a sopportarlo...
Genova ha bisogno di serate di questo tipo, sappiatelo!


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  1. Quante cose che hai colto ! Io ricordo solo " Piedini " ed " Tutti a spasso ", gli opposti.

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Oramai è da un paio di anni almeno che i commenti sui blog sono drasticamente diminuiti, spariti quasi direi. Non parlo solo della mia esperienza personale di questo blog, è così un po' ovunque, basta provare a cercare in giro sulle varie piattaforme (blogspot, wordpress sono le più diffuse dopo la chiusura di splinder) e si vedrà che i commenti sono veramente pochissimi anche su blog frequentati. Ieri è uscito un articolo su Wired che prova a dare una risposta al perchè "i commenti dei blog siano morti". Le motivazioni date dall'autore (la frenesia sui social network; le tantissime piattaforme su cui si può scrivere di un argomento, il lettore si perde tra esse; la moderazione dei commenti rallenta il dibattito)  mi convincono fino ad un certo punto. Non che non siano veri, in particolare penso che l'abitudine a leggere contenuti brevi e a commentare in maniera sintetica come avviene su Facebook abbia forgiato il modo di approcciarsi ad internet dei nuovi utenti, educati a mettere un mi piace o ad insultare (questo è più da Youtube) piuttosto che a partecipare ad un dibattito. Però a questo punto l'articolo spiega perché la gente non segua in maniera fedele un blog, ma non perché una volta arrivato sul blog non lascia poi un commento. Credo sia una questione di educazione comunicativa, oggi si commenta chi si conosce (Facebook), non l'estraneo che mi dà informazioni utili; in questo cambiamento di modalità di comunicazione credo che siano responsabili anche le piattaforme stesse. Anni fa era facile che, cercando la recensione di un concerto ad esempio, ci si imbattesse in blog di altri utenti, li si commentasse e questi rispondessero al commento. Adesso vedo che invece molti arrivano sul mio blog trovando quello che cercavano, ma nessuno scrive un commento... All'interno dello stesso Splinder inoltre la home page dava la possibilità di ricercare su altri blog e rendeva facile andare a curiosare. Questo oggi non succede più.  Probabilmente si tratta di uno dei tanti cambiamenti legati alla comunicazione via internet, ma cerchiamo di analizzare per bene questo fenomeno.
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