1. Pomeriggio sono andato al Porto Antico per vedere i banchetti di Liguria Agricoltura in Piazza: mercato di terra e di mare, ma ho preferito lasciare la macchina alla Fiumara e di lì proseguire in bus. Se una persona fosse interessata a conoscere la popolazione genovese dovrebbe passare un sabato o una domenica pomeriggio proprio alla Fiumara. Prevalentemente incontrerebbe ragazzi della periferia, molti sudamericani e qualche coppia più anziana, poche famiglie. Effettivamente non è uno spaccato di tutta Genova, ma lo è di una sua parte significativa: chi cerca un posto gratuito dove stare, in inverno un posto caldo e in estate un posto fresco. 
    Vabbè, non esco troppo fuori tema: Prendo l'autobus e anche qui gli stranieri sono tantissimi: la madre africana col bambino legato alla schiena e il cinese con un enorme laminato di metallo non hanno probabilmente molto in comune se non il dividersi questi pochi metri cubi di ossigeno per qualche minuto. Un paio di mesetti fa stavo leggendo un libro su New York mentre ero sull'1 e, a parte una questione di scala, mi piaceva l'idea che le comunità cosmopolite della città americana potessero non essere poi tanto differenti da quello che avevo sotto gli occhi. E tuttavia anche la popolazione dei mezzi pubblici non è uno spaccato reale della città; conosco diverse persone che non prendono mai autobus o treni, che preferiscono girare alla ricerca di un parcheggio piuttosto che stare in questi ambienti mediamente puliti e non è solo per razzismo che lo fanno, ma direi più per diffidenza. 
    Dopo qualche minuto di viaggio eccomi al Porto Antico, cuore del turismo ma non luogo anonimo per turisti; lo spazio è vissuto da chiunque pensi di voler dire qualcosa, come dimostra il gruppetto di ragazzi dei centri sociali seduti tra Piazza Caricamento e il cancello di ingresso, con i loro cartelloni a favore dell'occupazione delle tante case sfitte. I banchetti avevano quel buon odore di pesce fritto e i colori della verdura fresca, un bel sole caldo accompagnava i genovesi e i tanti turisti: lombardi, toscani o parlanti-inglese. Tuttavia non ho visto i tanti stranieri residenti a Genova che fino ad adesso avevano accompagnato il mio giro. Non è una novità, ci avevo già fatto caso: quando si organizza qualche manifestazione di piazza non è così facile vedere sudamericani, magrebini o cinesi, non so come mai non siano attirati da concerti o banchetti. A Sottoripa, nei negozi bengalesi c'è sempre qualche connazionale in più rispetto ai commessi, si affacciano anche fino a Piazza Caricamento, dove c'era un gruppo di neri che giocavano a calcio; ma tutto molto per conto loro... Entro nel tempio del non luogo: il MacDonald's da poco aperto in una zona ricca di storia ed ecco che qui li ritrovo: un'ampia famiglia di neri che fanno merenda con bevande e dolciumi, qualche sudamericano che ordina panini. 
    Trovano forse rifugio lontani dalla storia e dall'identità della città? Eppure una città di mare, una città come Genova è di per sé sempre pronta al cambiamento e al continuo rinnovamento della popolazione dei suoi quartieri: Cornigliano, Sampierdarena, il Cep lo dimostrano. Quando ci sarà la partecipazione di tutti a tutte le manifestazioni proposte il paragone Genova-New York suggeritomi dalla mia lettura sull'1 non sembrerà più troppo assurdo.
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  2. Prima regola del bravo recensore: non scrivere dopo il primo ascolto.
    Seconda regola del bravo recensore: non scrivere di getto al riguardo di un gruppo su cui si hanno molti pregiudizi. Meditare bene, valutare e poi scrivere.

    Per non andare contro queste due regole ho specificato per bene che quelle che sto buttando qui sono solo le prime impressioni sull'ultimo disco degli U2Songs of innocence, disponibile da ieri sera gratuitamente su iTunes. In queste prime impressioni mi soffermo solo sulla modalità di distribuzione: gli U2 non sono certo i primi a regalare un disco! (non lo dico in contrasto con la seconda regola che mi sono imposto: è un dato di fatto) purtroppo molte testate giornalistiche su carta e su web, professionali e non, mettono l'accento sullo scaricamento gratuito tramite iTunes come se fosse la prima volta che un album di inediti di un gruppo importante viene reso disponibile senza costi per l'utente. Così non è. Ovvio che faccia notizia quando questa modalità viene usata da chi vende milioni di dischi, però diamo le giuste proporzioni alle cose...
    In particolare l'elemento di novità è il canale di distribuzione: iTunes ha comprato i diritti del disco e ha scelto, in una giornata in cui la Apple ha lanciato l'iPhone 6 e altri prodotti, di regalare ai suoi utenti questo disco.
    Per chi ha un account sincronizzato con iCloud l'acquisizione del disco è arrivata in automatico: si sono trovati in libreria Songs of innocenze! Quantomeno mi sembra un metodo un pochino invadente... ma Bono, che non fa le cose a caso, la vede in maniera diversa, sottolineando la grande eccitazione di essere ascoltato anche da chi non sarebbe minimamente interessato alla sua musica (condivido invece il suo discorso sulla musica che, per essere data gratuitamente al pubblico deve comunque avere qualcuno dietro che paga). Potenzialmente un mezzo miliardo di persone daranno, quanto meno per curiosità, un ascolto al nuovo lavoro degli irlandese; aggiungiamo poi gli utenti, come me, che lo hanno scaricato manualmente dal negozio di iTunes!
    Non c'è che dire: una grande pubblicità per il disco di un gruppo che riesce sempre a far parlare di sè! Tra un paio di giorni di ascolti mi lancerò in una recensione, riguardandomi bene soprattutto la seconda regola...
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  3. A fine agosto ho avuto l'occasione di poter partecipare a due concerti gratuiti (più sotto spiegherò il perchè del cambio di carattere...) nel negozio Rough Trade East. 
    Rough Trade East (la foto non è mia)
    Mercoledì 27 agosto sono arrivato lì ben prima delle 19, cioè dell'orario di inizio, con la volontà di assaporare il clima di uno dei centri della musica indipendente. Moltissimi i vinili esposti, soprattutto 12 pollici e a prezzi non proprio economici, così come non particolarmente economici erano gli album non novità. Qui ho un momento di dispiacere e di stupore: è possibile che in un negozio così grande non si trovi tutta la produzione di gruppi degli scorsi anni? (Belle and Sebastian, Art Brut, non sono andato poi tanto oltre nella mia ricerca!) e anche dei mostri sacri si trovi ben poco? (Rolling Stones). Mi sono poi ricordato di cose che già sapevo: cioè che gli inglesi -la stampa musicale in particolare -sono prevalentemente alla ricerca della Next Big Thing, del prossimo successo: tantissime sono le band che pubblicano materiale nuovo e che ricevono molta attenzione. Il presente è molto vasto, ma il passato non è poi così a portata di mano (anche i negozi dell'usato hanno prezzi da collezionisti o comunque non economicissimi; bisogna andare nei charity shop o su internet per trovare dei dischi vecchi a poco prezzo). In effetti è una concezione della musica molto diversa da quella che ho io, una differenza culturale da tenere in considerazione.
    Intanto che guardo e che mi rendo conto che qui non troverò dischi interessanti da comprare a un buon prezzo, osservo la gente che c'è attorno: una copia trascurata di Brett Anderson che attacca il manifesto di un concerto ad una parete, ragazzine dai capelli mal tinti e ragazzi che comprano vari dischi. Saranno qui prevalentemente per il concerto dei Wytches? Questo gruppo potrebbe rispondere all'idea di NBT. sono giovani, rumorosi e da un'immagine scura ben definita. Musicalmente, da quel che ho sentito su internet, sono un incrocio tra i Nirvana di Bleach e i primi Black Sabbath: non certo la cosa più originale che ci si possa aspettare, ma il concerto promette bene!

    Annabelle dream reader - The Wytches
    Dopo poco vengo a scoprire che per assistere bisogna comprare il disco della band, con il quale viene rilasciato un braccialetto che servirà per rientrare nel negozio alle 19, quando inizierà lo show case. Compro e mi metto in coda, anche se avrei preferito rimandare l'acquisto a dopo il concerto, nel caso il gruppo si fosse rivelato deludente. Siamo in tanti in coda, prevalentemente giovani dal look molto curato e qualche fuori quota; il negozio è quasi pieno e una delle prime cose che il gruppo fa, tra un rumore di chitarra e l'altro, è di ringraziare per l'acquisto dell'album. Il pubblico delle prime file si scatena nei brani più violenti e rumorosi e ascolta per bene nei momenti di calma; educati e attenti direi. Purtroppo vicino a me c'è una ragazza fastidiosissima che continua ad importunare il suo amico e tutta la gente vicina con risate e prese in giro del pubblico che poga e si esalta con poco, ma può capitare anche questo ad un concerto...Dopo circa tre quarti d'ora il gruppo finisce di suonare e me ne esco soddisfatto. Domani si replica con i Dry the river, gruppo al secondo album (quindi non più potenziali fenomeni) e dalle atmosfere meno energiche e viscerali, sono curioso di sapere se il pubblico sarà analogo.
    Prima enorme differenza: questa volta il disco l'ho comprato subito, per avere poi il tempo di prendermi un bagel in un famoso panificio su Brick Lane, ma questa volta il negozio non chiude prima dell'inizio del concerto e dunque chiunque può assistere...
    Alarms in the Heart - Dry the river
    Il pubblico è composto da gente di ogni genere, dalla ragazza simil Courtney Love del periodo Pretty on the inside a donne sulla quarantina. I Dry the river salgono e noi aspettiamo in silenzio l'inizio della prima canzone; il negozio non è pieno come ieri, ma ci sono comunque un bel po' di persone. I ragazzi scherzano e propongono anche qualcosa dal primo disco che il pubblico conosce e apprezza. Le armonie vocali sono un po' da folk  e da alternative country, non capisco però quale sia il contributo del tastierista, a parte in pochi momenti. 
    Anche in questo caso posso ritenermi soddisfatto del concerto, inoltre riesco anche a farmi autografare il disco!
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