Qualche tempo fa avevo intenzione di scrivere sulle occasioni di
ascoltare musica in mezzo alla città. Ne venivo da qualche giorno a
Londra dove avevo sentito una bravissima violinista suonare in una
piazza rumorosa, con quasi nessuno ad ascoltare, avevo scritto degli
appunti mentre la ascoltavo, ma poi non li ho riordinati. Spesso si
sente poi di situazioni nelle quali famosi musicisti si esibiscono in
luoghi affollati (sempre un violinista, a Washington) e di solito la
reazione di fronte alla notizia è un banale "non sappiamo
riconoscere la bellezza"; ecco, fermo restando che in effetti
non sappiamo distinguere ciò che è bello da ciò che è famoso e
altre considerazioni di estetica, la questione è anche e soprattutto
un'altra, cioè che spesso non c'è proprio il tempo di fermarsi ad
ascoltare! Guardate quei poveri pendolari del video, hanno altro da
fare, anche sapendo che si sarebbe tenuto un concerto gratuito, non
credo che avrebbero partecipato.
Ma adesso arrivo all'occasione per cui sto scrivendo, che è ad un
livello molto più basso: dalla classica al neomelodico, dai violini
allo stereo a pile. Ieri pomeriggio davanti alla stazione di Genova
Brignole c'era un gruppetto di quattro o cinque ragazzi che cantavano
appassionatamente dei brani italiani che venivano fuori dal loro
stereo, io ero lì perché molto prosasticamente stavo scaricando
degli aggiornamenti del tablet con la rete wi-fi libera e già che
c'ero ascoltavo. Erano di una bravura televisiva, fatta di note alte
e di voce impostata, ma ci credevano veramente! Si sentiva che erano
orgogliosi di quello che stavano offrendo, anche se poi in realtà
solo un piccolo gruppetto di tamarri si è proprio avvicinato ad
ascoltarli; tolti quelli che, come me, li ascoltavano facendo altro.
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