1. Mi piace guardare Adam Kadmon e le sue rivelazioni perché la finzione è facile da smascherare. Questo lo dico per me, perché non credo che per un ragazzo o una persona non particolarmente istruita sia così semplice districarsi tra i complotti, i misteri e le preoccupazioni citati in ogni servizio.  
    Ma non mi discosto oltre rispetto all'argomento di questo post: chi ha preparato il servizio su Moana Pozzi ha copiato,  senza neanche cambiare una parola, alcune parti della pagina di Wikipedia dedicata alla pornostar! Stavo cercando delle notizie su di lei, dopo la fine del servizio (non mi ricordavo che fosse morta così giovane!) ed ecco che mi ritrovo davanti a parole già sentite, relativamente al libro "La filosofia di Moana"...
    Non che stimi particolarmente gli autori del programma,  ma copiare da Wikipedia...
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  2. Qualche tempo fa avevo intenzione di scrivere sulle occasioni di ascoltare musica in mezzo alla città. Ne venivo da qualche giorno a Londra dove avevo sentito una bravissima violinista suonare in una piazza rumorosa, con quasi nessuno ad ascoltare, avevo scritto degli appunti mentre la ascoltavo, ma poi non li ho riordinati. Spesso si sente poi di situazioni nelle quali famosi musicisti si esibiscono in luoghi affollati (sempre un violinista, a Washington) e di solito la reazione di fronte alla notizia è un banale "non sappiamo riconoscere la bellezza"; ecco, fermo restando che in effetti non sappiamo distinguere ciò che è bello da ciò che è famoso e altre considerazioni di estetica, la questione è anche e soprattutto un'altra, cioè che spesso non c'è proprio il tempo di fermarsi ad ascoltare! Guardate quei poveri pendolari del video, hanno altro da fare, anche sapendo che si sarebbe tenuto un concerto gratuito, non credo che avrebbero partecipato.

    Ma adesso arrivo all'occasione per cui sto scrivendo, che è ad un livello molto più basso: dalla classica al neomelodico, dai violini allo stereo a pile. Ieri pomeriggio davanti alla stazione di Genova Brignole c'era un gruppetto di quattro o cinque ragazzi che cantavano appassionatamente dei brani italiani che venivano fuori dal loro stereo, io ero lì perché molto prosasticamente stavo scaricando degli aggiornamenti del tablet con la rete wi-fi libera e già che c'ero ascoltavo. Erano di una bravura televisiva, fatta di note alte e di voce impostata, ma ci credevano veramente! Si sentiva che erano orgogliosi di quello che stavano offrendo, anche se poi in realtà solo un piccolo gruppetto di tamarri si è proprio avvicinato ad ascoltarli; tolti quelli che, come me, li ascoltavano facendo altro.
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  3. Diciamolo subito: Walk on the wild side non è uno dei capolavori della letteratura americana. I personaggi compaiono e scompaiono, i diversi episodi non sono armonizzati tra loro e alla fine non tutte le vicende hanno una loro conclusione. Eppure questo romanzo ha una grande forza, quella dei suoi personaggi che si muovono nel crudele sud degli Usa nei primi difficili anni che hanno seguito la Grande Depressione, gli anni del presidente Hoover non ancora quelli del nuovo corso di Roosevelt. In questo ambiente vince il più furbo, quello che si fa meno scrupoli. Per Dove, il protagonista del romanzo, non è né file né difficile sopravvivere: semplicemente deve farlo. Abbandona il Texas nel quale la vicenda stava iniziando a prendere la forma di un romanzo di formazione con tanto di conflitti con il padre e il fratello e iniziazione sessuale. Sui vagoni merci Dove conosce una ragazzina, che poi tradirà quando nel corso di una rapina lui riesce a scappare non curandosi di lei. Poi ci sono le truffe, tante truffe a uomini, donne, anziani, neri e infine le prostitute. Una buona parte del romanzo si svolge in Perdido Street, in un bordello nel quale Dove deflora una vergine per introdurla al mestiere, mentre le puttane litigano tra loro e il pappone le minaccia crudelmente, le picchia e le fa abortire. C'è anche spazio per l'amore verso Hallie,  una mulatta indipendente che divide il suo cuore tra Dove e Dockery, un gigante che in seguito d un incidente ha perso le gambe e si trascina mostruosamente su una piattaforma a rotelle. E poi c'è il carcere con i maniaci sessuali,  i matti e i tossici.
    La morale di questa passeggiata nel marcio dell'umanità è che ci sono due tipi di persone, come pensa Dove poco prima della sanguinosa scena finale. Ci sono quelli che stanno sullo stesso lato della strada dei perdenti, che riconoscono di essere loro simili e quelli che per stare con i vincenti schiacciano ancora d più chi è già a terra. Dove è stato entrambi i tipi di persona,  questo l'autore poteva dircelo più esplicitamente mentre riportava le considerazioni del protagonista; ma già lo abbiamo detto che la struttura del romanzo ha qualche pecca.
    Comunque sì: è da questo romanzo che Lou Reed ha preso l'idea per la sua Walk on the wild side.
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  4. AOR  significa Album Oriented Rock:  rock da paparini (è anche chiamato Adult Rock), musica con chitarre ma senza troppa aggressività, musica che si può ascoltare mentre si è in ufficio, dischi che tutti possono  ascoltare senza chiedere di abbassare il  volume, dal primo all'ultimo pezzo del disco senza saltarne nessuno.
    Musicalmente Songs of innocence è un buon disco di AOR; dal titolo del disco che richiama l'innocenza, dalla sua copertina così minimale e dal titolo della prima traccia che tira in ballo il punk dei Ramoes, si poteva immaginare un disco puro nei suoni, un ritorno alle origini senza l'eccessiva produzione degli ultimi lavori. E invece Song of innocence è un disco senza molto da aggiungere; con diversi suoni già sentiti e qualche stranezza che già al  secondo  ascolto si amalgama bene e si lascia ascoltare senza creare grossi problemi all'ascoltatore. La voce di Bono è un marchio di fabbrica ben riconoscibile e la chitarra di The Edge all'inizio di Iris scalpita come se non avesse ancora trovato quello che stava cercando; l'inizio di Every breaking wave ricorda molto da vicino quello di With or without you, forse il primo brano della band di Dublino ad avere un'abbondante produzione sui suoni di chitarra, e i primi 20 secondi di Volcano? sembrano usciti fuori da Achtung baby, con Adam Clayton che martella sapientemente le corde del basso e Bono che canta basso e quasi luciferino. Questo è anche, con il successivo Raised by wolves uno di quei pezzi che hanno un arrangiamento strano che si fa ben accettare senza troppo sforzo, un pezzo quasi eurodance per la sua struttura.
    Insomma, un disco da lasciare in sottofondo se ve lo siete trovato nella libreria di youtube o se lo avete scaricato, ma non un lavoro che possa lasciare grandi segni. 
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  5. Pomeriggio sono andato al Porto Antico per vedere i banchetti di Liguria Agricoltura in Piazza: mercato di terra e di mare, ma ho preferito lasciare la macchina alla Fiumara e di lì proseguire in bus. Se una persona fosse interessata a conoscere la popolazione genovese dovrebbe passare un sabato o una domenica pomeriggio proprio alla Fiumara. Prevalentemente incontrerebbe ragazzi della periferia, molti sudamericani e qualche coppia più anziana, poche famiglie. Effettivamente non è uno spaccato di tutta Genova, ma lo è di una sua parte significativa: chi cerca un posto gratuito dove stare, in inverno un posto caldo e in estate un posto fresco. 
    Vabbè, non esco troppo fuori tema: Prendo l'autobus e anche qui gli stranieri sono tantissimi: la madre africana col bambino legato alla schiena e il cinese con un enorme laminato di metallo non hanno probabilmente molto in comune se non il dividersi questi pochi metri cubi di ossigeno per qualche minuto. Un paio di mesetti fa stavo leggendo un libro su New York mentre ero sull'1 e, a parte una questione di scala, mi piaceva l'idea che le comunità cosmopolite della città americana potessero non essere poi tanto differenti da quello che avevo sotto gli occhi. E tuttavia anche la popolazione dei mezzi pubblici non è uno spaccato reale della città; conosco diverse persone che non prendono mai autobus o treni, che preferiscono girare alla ricerca di un parcheggio piuttosto che stare in questi ambienti mediamente puliti e non è solo per razzismo che lo fanno, ma direi più per diffidenza. 
    Dopo qualche minuto di viaggio eccomi al Porto Antico, cuore del turismo ma non luogo anonimo per turisti; lo spazio è vissuto da chiunque pensi di voler dire qualcosa, come dimostra il gruppetto di ragazzi dei centri sociali seduti tra Piazza Caricamento e il cancello di ingresso, con i loro cartelloni a favore dell'occupazione delle tante case sfitte. I banchetti avevano quel buon odore di pesce fritto e i colori della verdura fresca, un bel sole caldo accompagnava i genovesi e i tanti turisti: lombardi, toscani o parlanti-inglese. Tuttavia non ho visto i tanti stranieri residenti a Genova che fino ad adesso avevano accompagnato il mio giro. Non è una novità, ci avevo già fatto caso: quando si organizza qualche manifestazione di piazza non è così facile vedere sudamericani, magrebini o cinesi, non so come mai non siano attirati da concerti o banchetti. A Sottoripa, nei negozi bengalesi c'è sempre qualche connazionale in più rispetto ai commessi, si affacciano anche fino a Piazza Caricamento, dove c'era un gruppo di neri che giocavano a calcio; ma tutto molto per conto loro... Entro nel tempio del non luogo: il MacDonald's da poco aperto in una zona ricca di storia ed ecco che qui li ritrovo: un'ampia famiglia di neri che fanno merenda con bevande e dolciumi, qualche sudamericano che ordina panini. 
    Trovano forse rifugio lontani dalla storia e dall'identità della città? Eppure una città di mare, una città come Genova è di per sé sempre pronta al cambiamento e al continuo rinnovamento della popolazione dei suoi quartieri: Cornigliano, Sampierdarena, il Cep lo dimostrano. Quando ci sarà la partecipazione di tutti a tutte le manifestazioni proposte il paragone Genova-New York suggeritomi dalla mia lettura sull'1 non sembrerà più troppo assurdo.
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  6. Prima regola del bravo recensore: non scrivere dopo il primo ascolto.
    Seconda regola del bravo recensore: non scrivere di getto al riguardo di un gruppo su cui si hanno molti pregiudizi. Meditare bene, valutare e poi scrivere.

    Per non andare contro queste due regole ho specificato per bene che quelle che sto buttando qui sono solo le prime impressioni sull'ultimo disco degli U2Songs of innocence, disponibile da ieri sera gratuitamente su iTunes. In queste prime impressioni mi soffermo solo sulla modalità di distribuzione: gli U2 non sono certo i primi a regalare un disco! (non lo dico in contrasto con la seconda regola che mi sono imposto: è un dato di fatto) purtroppo molte testate giornalistiche su carta e su web, professionali e non, mettono l'accento sullo scaricamento gratuito tramite iTunes come se fosse la prima volta che un album di inediti di un gruppo importante viene reso disponibile senza costi per l'utente. Così non è. Ovvio che faccia notizia quando questa modalità viene usata da chi vende milioni di dischi, però diamo le giuste proporzioni alle cose...
    In particolare l'elemento di novità è il canale di distribuzione: iTunes ha comprato i diritti del disco e ha scelto, in una giornata in cui la Apple ha lanciato l'iPhone 6 e altri prodotti, di regalare ai suoi utenti questo disco.
    Per chi ha un account sincronizzato con iCloud l'acquisizione del disco è arrivata in automatico: si sono trovati in libreria Songs of innocenze! Quantomeno mi sembra un metodo un pochino invadente... ma Bono, che non fa le cose a caso, la vede in maniera diversa, sottolineando la grande eccitazione di essere ascoltato anche da chi non sarebbe minimamente interessato alla sua musica (condivido invece il suo discorso sulla musica che, per essere data gratuitamente al pubblico deve comunque avere qualcuno dietro che paga). Potenzialmente un mezzo miliardo di persone daranno, quanto meno per curiosità, un ascolto al nuovo lavoro degli irlandese; aggiungiamo poi gli utenti, come me, che lo hanno scaricato manualmente dal negozio di iTunes!
    Non c'è che dire: una grande pubblicità per il disco di un gruppo che riesce sempre a far parlare di sè! Tra un paio di giorni di ascolti mi lancerò in una recensione, riguardandomi bene soprattutto la seconda regola...
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  7. A fine agosto ho avuto l'occasione di poter partecipare a due concerti gratuiti (più sotto spiegherò il perchè del cambio di carattere...) nel negozio Rough Trade East. 
    Rough Trade East (la foto non è mia)
    Mercoledì 27 agosto sono arrivato lì ben prima delle 19, cioè dell'orario di inizio, con la volontà di assaporare il clima di uno dei centri della musica indipendente. Moltissimi i vinili esposti, soprattutto 12 pollici e a prezzi non proprio economici, così come non particolarmente economici erano gli album non novità. Qui ho un momento di dispiacere e di stupore: è possibile che in un negozio così grande non si trovi tutta la produzione di gruppi degli scorsi anni? (Belle and Sebastian, Art Brut, non sono andato poi tanto oltre nella mia ricerca!) e anche dei mostri sacri si trovi ben poco? (Rolling Stones). Mi sono poi ricordato di cose che già sapevo: cioè che gli inglesi -la stampa musicale in particolare -sono prevalentemente alla ricerca della Next Big Thing, del prossimo successo: tantissime sono le band che pubblicano materiale nuovo e che ricevono molta attenzione. Il presente è molto vasto, ma il passato non è poi così a portata di mano (anche i negozi dell'usato hanno prezzi da collezionisti o comunque non economicissimi; bisogna andare nei charity shop o su internet per trovare dei dischi vecchi a poco prezzo). In effetti è una concezione della musica molto diversa da quella che ho io, una differenza culturale da tenere in considerazione.
    Intanto che guardo e che mi rendo conto che qui non troverò dischi interessanti da comprare a un buon prezzo, osservo la gente che c'è attorno: una copia trascurata di Brett Anderson che attacca il manifesto di un concerto ad una parete, ragazzine dai capelli mal tinti e ragazzi che comprano vari dischi. Saranno qui prevalentemente per il concerto dei Wytches? Questo gruppo potrebbe rispondere all'idea di NBT. sono giovani, rumorosi e da un'immagine scura ben definita. Musicalmente, da quel che ho sentito su internet, sono un incrocio tra i Nirvana di Bleach e i primi Black Sabbath: non certo la cosa più originale che ci si possa aspettare, ma il concerto promette bene!

    Annabelle dream reader - The Wytches
    Dopo poco vengo a scoprire che per assistere bisogna comprare il disco della band, con il quale viene rilasciato un braccialetto che servirà per rientrare nel negozio alle 19, quando inizierà lo show case. Compro e mi metto in coda, anche se avrei preferito rimandare l'acquisto a dopo il concerto, nel caso il gruppo si fosse rivelato deludente. Siamo in tanti in coda, prevalentemente giovani dal look molto curato e qualche fuori quota; il negozio è quasi pieno e una delle prime cose che il gruppo fa, tra un rumore di chitarra e l'altro, è di ringraziare per l'acquisto dell'album. Il pubblico delle prime file si scatena nei brani più violenti e rumorosi e ascolta per bene nei momenti di calma; educati e attenti direi. Purtroppo vicino a me c'è una ragazza fastidiosissima che continua ad importunare il suo amico e tutta la gente vicina con risate e prese in giro del pubblico che poga e si esalta con poco, ma può capitare anche questo ad un concerto...Dopo circa tre quarti d'ora il gruppo finisce di suonare e me ne esco soddisfatto. Domani si replica con i Dry the river, gruppo al secondo album (quindi non più potenziali fenomeni) e dalle atmosfere meno energiche e viscerali, sono curioso di sapere se il pubblico sarà analogo.
    Prima enorme differenza: questa volta il disco l'ho comprato subito, per avere poi il tempo di prendermi un bagel in un famoso panificio su Brick Lane, ma questa volta il negozio non chiude prima dell'inizio del concerto e dunque chiunque può assistere...
    Alarms in the Heart - Dry the river
    Il pubblico è composto da gente di ogni genere, dalla ragazza simil Courtney Love del periodo Pretty on the inside a donne sulla quarantina. I Dry the river salgono e noi aspettiamo in silenzio l'inizio della prima canzone; il negozio non è pieno come ieri, ma ci sono comunque un bel po' di persone. I ragazzi scherzano e propongono anche qualcosa dal primo disco che il pubblico conosce e apprezza. Le armonie vocali sono un po' da folk  e da alternative country, non capisco però quale sia il contributo del tastierista, a parte in pochi momenti. 
    Anche in questo caso posso ritenermi soddisfatto del concerto, inoltre riesco anche a farmi autografare il disco!
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  8. Non credo di dire nulla di esagerato affermando che la National Gallery sia uno dei musei più importanti d'Europa. Qui di seguito ho scelto di riportare le riproduzioni dei quadri che più mi hanno emozionato, seguite dalle mie impressioni personali. Non mi aspetto che il lettore provi le stesse sensazioni, la grandezza della grande arte sta nel fatto che la riproduzione dia solo una vaga idea dell'emozione che si prova di fronte agli originali. 
    Però magari leggendo vi viene voglia di fare una visita al museo.
    N.B. le riproduzioni non hanno tutte la stessa dimensione, ho scelto di tenerle nel migliore formato possibili, cioè in quello in cui è possibile vedere più dettagli senza deformare l'immagine.

    William Turner, "Ulysses deriding Polyphemus"

    Guardando questo quadro si viene subito colpiti dalla luce che dona speranza, si vede poi la nave e solo infine, sopra di essa il volto urlante di Polifemo: una scoperta dietro l'altra.

    Guido Reni "L'adorazione dei pastori"

    Anche in questo caso è la luce a farla da padrona: quella che proviene dal Bambino, ma ancora più bello è seguire il gioco di sguardi che si instaura tra i vari personaggi, tra chi si sofferma sulla Madonna. chi sul bambino e chi (l'uomo a destra della testa di Maria) non crede ai propri occhi.

    Caravaggio "La cena di Emmaus"

    Anche in questo quadro, come nel precedente, l'emozione viene dalla meraviglia, dalla scoperta. Guardate il movimento "che lo fa saltare sulla sedia" dell'uomo di spalle, colto nel momento in cui riconosce il Cristo.

    Jan Van Eyck "I coniugi Arnolfini"
    Quadro famosissimo e sempre circondato da persone che, in religioso silenzio, osservano i molti particolari visibili in questa tela non troppo grande.

    Claude Monet "The Thames below Westminster"

    Uno dei quadri più importanti per la cultura degli ultimi secoli: Monet è in Inghilterra per fuggire dalla guerra Franco-Prussiana e, ispirato dai quadri indefiniti di Turner dipinge questo ritratto di Londra. Secondo molti con questa tela il pittore francese avrebbe dato un grande contributo all'immagine di Londra come città nebbiosa; una volta tornato in Francia inoltre, Monet avrebbe continuato a dipingere in maniera rapida e poco definita, forgiando lo stile dell'Impressionismo.

    Vincent Van Gogh "Campo di grano con cipressi"  

    Non provo neanche a parlare di questo quadro: Van Gogh va visto dal vivo perché la forza emotiva sta nel modo denso in cui colore è steso, che è impossibile rendere su uno schermo.

    Paul delaroche "L'esecuzione di Lady Jane Grey"

    Quadro molto passionale, le emozioni di ogni personaggio sono ben percebili: dalla disperazione dei due sulla sinistra al timore vestito di bianco di Lady Jane Grey, regina d'Inghilterra rimasta in carica solo nove giorni e poi fatta uccidere dalla cugina Maria Tudor "la sanguinaria", l'uomo al suo fianco sembra quasi guidarle il braccio per tranquillizzarla su quello che c'è attorno, mentre il boia forse prova un po' di pena per questa giovane.

    Pieter Paul Rubens "Ritratto di Susanna Lunden"

    Questo ritratto di una ragazza dagli occhi un po' grossi ha un che di intrigante, ammetto di essere entrato alla National Gallery soprattutto per rivedere questo quadro.

    Jean-Marc Nattier "Ritratto di Manon Balletti"

    Figlia di due attori italiani e amante di Casanova. La grazia del suo viso è veramente piacevole da vedere
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  9. 21/08/2014

    "-Sire, ormai ti ho parlato di tutte le città che conosco.
    -Ne resta una di cui non parli mai.
    Marco Polo chinò il capo.
    -Venezia, -disse il Kan.
    Marco sorrise. -E di che altro credevi che ti parlassi?
    L'imperatore non batté ciglio. -Eppure non ti ho mai sentito fare il suo nome.
    E Polo: -Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia."

    A qualche giorno dalla partenza, questa citazione di Calvino mi sembra la maniera più adatta per iniziare a pensare a come parlare di Chelmsford e Londra (ce ne era anche un'altra di Mario Maffi, ma di sicuro la userò più avanti!)
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  10. Ho appena letto un articolo sul Corriere nel quale si parla di un possibile progetto di vendere il prodotto "Suor Cristina" all'estero, facendola cantare in inglese o spagnolo: ennesimo ragionamento che ci mostra come le case discografiche usino un personaggio per creare degli utili, senza curarsi della coerenza artistica. Si pensa che possa vendere bene e possa avere più visibilità in un altro mercato? Per fare questo deve cantare in un'altra lingua? No problem! Si impacchetta al meglio il prodotto e ok, amici come prima!
    In realtà questo non è un caso isolato, i personaggi pop sono tutti -chi più chi meno -frutto di scelte precise e in questo caso la notizia non viene data, nè viene percepita, con tono polemico, ma semmai di orgoglio nazionale "guarda quanto siamo scemi qui in Italia che non scarichiamo il suo brano, all'estero magari funzionerà".
    Dato il progetto della suora, direi che se accettasse le proposte di rendersi commerciabile per l'estero, la sua scelta possa essere condivisibile: l'ha detto subito che il suo fine è l'evangelizzazione. 
    Questo però deve farci riflettere: per lei la musica è un mezzo e non un fine, e dunque va bene rendersi disponibile per il maggior numero di persone possibile, però bisogna avere presente che chi fa questo tipo di scelte -qui mi ripeto -considera la musica come un mezzo, non un fine, non definiamoli musicisti allora...
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