Questa non è una vera e propria recensione, volevo solo condividere un paio di scene del film di Tarantino. Mi è piaciuto, il regista torna per l'ennesima volta sul tema della vendetta e anche questa volta -come in Bastardi senza gloria -si tratta non solo di una vendetta personale ma anche di un gruppo sottomesso che si ribella. Qui la volontà di vendetta va oltre agli stessi interessi del gruppo a cui Django appartiene, i neri: per ottenere la sua personale soddisfazione il nostro eroe deve recitare la parte del nemico dei neri e del freddo negriero.
Una delle caratteristiche principali dei film di Tarantino è da sempre, oltre alla violenza esagerata che qui comunque è meno esagerata che altrove, il cambio improvviso di tono. Ad esempio in un grande momento di tensione narrativa, in una scena tragicamente ripetuta molte volte nel cinema americano, abbiamo uno strano dialogo che precede una scorribanda del Ku Klux Klan
E qui invece ce n'è un'altra: la storia sembra giunta oramai alla fine, ma guardando il proprio orologio ci si accorge che manca ancora più di mezz'ora per arrivare ai 165 minuti di durata. Cosa può succedere allora per rimettere in discussione la trama e fare in modo che il film non termini con un banale contratto di compravendita con conseguente stretta di mano?
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