Mai come prima di questo periodo di feste si è parlato di tradizioni legate ai festeggiamenti. Al centro dell'attenzione di internet, dei giornali e dei discorsi tra la gente non è stato tanto il budget da dedicare alle spese, la crisi e i regali che sono sempre i soliti, ma il presepe e i botti di Capodanno.
Partiamo dal primo: rappresentazione della Natività di Gesù pensata per la prima volta da S. Francesco circa 800 anni fa, è il modo più religioso di ricordare il Natale in casa propria. Anzi è l'unico modo religioso, dal momento che tutti gli altri addobbi (alberi, babbi natale, festoni) non mostrano simboli cristiani! Il modo più religioso per festeggiare questa festa religiosa è comunque andare a Messa. Lo scrivo qui che mi sembra il punto adatto: non sto criticando alcuna manifestazione di festa, sto considerando l'origine di simboli. Ma vediamo la polemica: il preside di una scuola di Rozzano in cui non si svolgevano da diversi anni recite per il Natale ha impedito ad alcune madri di insegnare canti religiosi alle classi. Nota bene: non ci sono di mezzo proteste di musulmani contrari ai festeggiamenti. Cosa tirano fuori i giornali e internet? Un preside cancella il Natale, non curandosi della realtà. Ed ecco allora che si arriva ai dibattiti e alla politica che subito coglie l'occasione per cavalcare un sentimento di difesa delle tradizioni: sì al presepe! no ai musulmani che non vogliono i nostri simboli (non curandosi della realtà...)! In questo clima non è strano allora sentire alcuni ragazzi di seconda media dire, molto tranquillamente, che non possiamo rinunciare alla nostra identità per colpa degli immigrati (il passaggio da musulmano a immigrato è semplice) e non dobbiamo sottometterci (non curandosi della realtà: chi è che non fa il presepe in casa propria o non mette addobbi o festeggia il Ramadan per rispetto ai musulmani?). Che poi non so quante persone di altre religioni si sentano offese dal clima di festa...il senso di una festa gioiosa come il Natale sta proprio nell'offrire la propria felicità anche agli altri, è per questo che si mettono gli addobbi. La gioia della festa non è un fatto privato, ma diventa pubblico. Un po' come quando in un ristorante si spengono le luci perché nel tavolo vicino uno sconosciuto festeggia il compleanno e i suoi invitati cantano a squarciagola "Tanti auguri". Diverso sarebbe il caso del coinvolgimento: se una classe ha alcuni studenti di altre religioni (ci sono anche i Testimoni di Geova che non festeggiano il Natale, non dimentichiamoli!!) è giusto che non organizzi attività religiose, al di fuori delle ore di religione, dalle quali sarebbero esclusi, allo stesso modo in cui non si fa una gita in montagna se c'è un ragazzino sulla sedia a rotelle. 
Per concludere: si difende il presepe perché fa parte di un'identità culturale nazionale, noi italiani abbiamo sempre fatto così. Nota bene: noi italiani, identità culturale: di religioso non c'è nulla in questa difesa del presepe.
Arriviamo al secondo punto: i botti di Capodanno! Da sempre i giovani fanno casino e i vecchi si lamentano. Anche questa è una tradizione, si sa che ogni anno è così! Ci sono turisti che si recano apposta in alcune città proprio per vedere i fuochi artificiali, così come ci sono ragazzi che si riforniscono in maniere più o meno legali per avere i botti più forti. Ma in questa storica dicotomia si è insinuata una nuova entità: gli animali e con essa i loro sostenitori: gli animalisti. Vero è che molti animali domestici sono spaventati dai botti che credo urtino anche il loro sistema uditivo. Se vogliamo elencare tutte le cose che sopportano male però mettiamoci anche le campane delle chiese, i collari a tubo (immagino che non si chiamino così...) e non so neanche se siano proprio contenti dei cappottini... Beh, comunque molti Comuni hanno vietato l'utilizzo di botti e di fuochi artificiali. Molti comuni, anche tradizionalmente famosi per i loro fuochi artificiali, hanno abolito questa tradizione.
Non sto cercando di fare una campagna a favore dei fuochi o una contraria al presepe, ci mancherebbe! Voglio solo porre l'attenzione su fatti successi, guardandoli in una maniera esterna e un po' formalista forse. Risulta evidente che ci sono tradizioni di serie A e di serie B, alcune che possono essere abolite senza problemi e altre che vengono difese anche se in realtà non sono in pericolo. Ma la cosa che sinceramente mi inquieta è il criterio che sta dietro alle due serie. Non credo che il musulmano medio si offenda per un presepe, ma questo è quello che vogliono farci credere, non curandosi della realtà. E quando ci viene fatto capire che i diritti degli animali sono considerati di più di quelli degli uomini c'è veramente da preoccuparsi.


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Oramai è da un paio di anni almeno che i commenti sui blog sono drasticamente diminuiti, spariti quasi direi. Non parlo solo della mia esperienza personale di questo blog, è così un po' ovunque, basta provare a cercare in giro sulle varie piattaforme (blogspot, wordpress sono le più diffuse dopo la chiusura di splinder) e si vedrà che i commenti sono veramente pochissimi anche su blog frequentati. Ieri è uscito un articolo su Wired che prova a dare una risposta al perchè "i commenti dei blog siano morti". Le motivazioni date dall'autore (la frenesia sui social network; le tantissime piattaforme su cui si può scrivere di un argomento, il lettore si perde tra esse; la moderazione dei commenti rallenta il dibattito)  mi convincono fino ad un certo punto. Non che non siano veri, in particolare penso che l'abitudine a leggere contenuti brevi e a commentare in maniera sintetica come avviene su Facebook abbia forgiato il modo di approcciarsi ad internet dei nuovi utenti, educati a mettere un mi piace o ad insultare (questo è più da Youtube) piuttosto che a partecipare ad un dibattito. Però a questo punto l'articolo spiega perché la gente non segua in maniera fedele un blog, ma non perché una volta arrivato sul blog non lascia poi un commento. Credo sia una questione di educazione comunicativa, oggi si commenta chi si conosce (Facebook), non l'estraneo che mi dà informazioni utili; in questo cambiamento di modalità di comunicazione credo che siano responsabili anche le piattaforme stesse. Anni fa era facile che, cercando la recensione di un concerto ad esempio, ci si imbattesse in blog di altri utenti, li si commentasse e questi rispondessero al commento. Adesso vedo che invece molti arrivano sul mio blog trovando quello che cercavano, ma nessuno scrive un commento... All'interno dello stesso Splinder inoltre la home page dava la possibilità di ricercare su altri blog e rendeva facile andare a curiosare. Questo oggi non succede più.  Probabilmente si tratta di uno dei tanti cambiamenti legati alla comunicazione via internet, ma cerchiamo di analizzare per bene questo fenomeno.
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