Il quartiere del Cep, sulle alture tra Voltri e Pra', non è certo un quartiere bello da vedere nel senso classico del termine, né è facile viverci per la quasi completa mancanza di servizi e per i tantissimi problemi legati alla cattiva gestione degli appartamenti (sfitti o dati male in assegnazione). Ma su di me ha sempre esercitato un certo fascino, sin da quando da piccolo andavo a passeggiarci con mio padre.
Camminare per il Cep, percorrerlo da via Calamandrei (ok, lì non è ancora Cep!) fino a via Martiri del Turchino, è un'esperienza che almeno un paio di volte all'anno non mi faccio mancare. Quello che mi colpisce sempre è l'alternanza tra silenzio e rumori. Sulla strada le macchine sono poche, così come poche sono le vetture parcheggiate nei grandi spiazzi di via Novella (non conosco nessuno che abiti lì e possieda una macchina). Anche per strada si incontrano poche persone, di solito con i cani. Non c'è nessun luogo ricreativo in zona, né vetrine da vedere, dunque l'idea di passeggiare è fuori discussione. Però, per la sua posizione in mezzo alle colline, si sente l'eco di ogni urla dei bambini che giocano anche a decine di metri o lo scoppio dei mortaretti che esplodono. Alcuni palazzi sono fatiscenti o mezzi disabitati, ma non sono quelli ciò che guardo; guardo gli scoppi di vitalità
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Tappi di plastica, posizionati meticolosamente sotto il bordo della ringhiera |
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Una faccia ha preso il posto di una ex-fontanella |
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Una parte di via Novella, con il mare e il porto in basso |
Anche il paesaggio del mare che si vede in lontananza è eccezionale, così come l'alternanza di natura selvaggia, natura trasformata in orti abusivi, sentieri ed ex sentieri che disegnano una geografia concorrente a quella dei palazzoni. Bene, ho già in mente un altro paio di soggetti da fotografare alla prossima passeggiata...
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