Sto leggendo Polvere di stelle, il libro di Simon Reynolds sul Glam (qui ne trovate un appassionato commento) e arrivato alle pagine su Raw power vi ho ritrovato le impressioni che avevo già avuto ascoltando il disco la prima volta: gli strumenti quasi non si distinguono, che frastuono!!!
La vicenda che ha portato Iggy Pop a rimettersi alle redini del suo fallimentare gruppo e  le vicende del missaggio del disco stesso sono ben ricostruite dal libro di Reynolds che attinge ampiamente all'intervista a Iggy riprodotta nel libretto dell'edizione del 1997 del cd, vi invito a leggere direttamente quelle; qui accenno solo qualcosa per contestualizzare. 
Ciò che colpisce subito del disco, problema ed elemento di fascino, è la sua violenza caotica. I volumi sono altissimi e questo fa sì che non si distinguano bene gli strumenti (chi ne capisce di qualità del suono definisce questo Loudness War, un fenomeno spesso associato alla compressione digitale delle tracce audio). Meno male che la chitarra si avventura poche volte fuori da riff e fraseggi blues perchè ogni suo sforzo di fare sentire i dettagli è frustrato da questo mix. Mentre ascolti Search and destroy, il pezzo che apre il lavoro, intuisci cosa sta facendo quel chitarrone distorto che spesso va a finire sotto la voce e al guazzabuglio basso-batteria. E la batteria...non mi pare ci sia un pezzo dove sia possibile riconoscerne tutti gli elementi!!! Spesso sono i piatti a rimanere impigliati in tutti gli altri suoni alti...che casino. La voce di Iggy, nelle volontà di chi aveva messo i soldi per produrre il disco doveva spiccare, non tanto per la sua bellezza ma per il carisma che emana. Infatti nel ''72 Tony Defreis aveva seguito il consiglio di David Bowie di tentare di recuperare Iggy Pop per fargli registrare un disco che ne avrebbe rilanciato la carriera dopo i due album flop degli Stooges; il cantante sarebbe dovuto essere un anti-intellettuale tipicamente americano, rude e violento... anche se nella copertina e nelle foto dell'album viene eccentuato un lato brillantinato e glam che male si adatta al personaggio...che non era neanche consapevole che quelle immagini sarebbero state usate a scopo promozionale!
Visto così sembra quasi un tipico
personaggio glam, ben integrato
Mi ero fermato parlando di voce o di voci e magari sarà pure sembrato che almeno questa esca bene dalle casse dello stero... ma così non è! Nei brani più lenti, come Gimme danger e I need somebody dove i suoni sono più curati, ha un volume troppo alto che fa sì che quando Iggy raggiunge le note più alte la si senta un po' gracchiare... e questo aggiunge ai brani un'atmosfera da strip club di pessima fama! E l'unico altro brano con i suoni curati, Penetration,  che addirittura ha una celesta (Iggy nelle note di copertina si vanta del fatto che i Black Sabbath non avrebbero mai osato tanto!) ha le seconde voci che fanno "uh uh" perse tra la celesta stessa e tutti gli altri strumenti, pazzesco!
Il mercato discografico ci ha abituato a delle riedizioni che a volte sono solo celebrative e altre invece riescono a dare un valore aggiunto a un album, magari restaurandone i suoni. Ebbene, questa che ho descritto è già la versione corretta! Sì, ma corretta da Iggy stesso nel 1997. Al cantante di Detroit era stata lasciata la libertà di produrre l'album ma in realtà la casa discografica non avrebbe messo in commercio quella roba e così diede a David Bowie il compito di rimettere mano al missaggio (mentre Iggy era stato allontanato a Los Angeles...poca correttezza senza dubbio!!); il risultato però non piacque al produttore e cantante: troppo pulito a suo dire, non faceva capire l'energia della band mettendo la voce in primo piano e facendo distinguere bene le parti di chitarra. Per farla in breve Iggy voleva questo casino! voleva i volumi spinti ai limiti della confusione! voleva insomma un disco difficile da difendere e che infatti praticamente nessuno difese. Lui ci rimase male ma non credo che ne rimase stupito. Nella seconda metà degli anni '90, dopo il grunge (e dopo che Iggy riguadagnò un  po' di fama e di ritorno di immagine grazie alla colonna sonora di Trainspotting) era il momento migliore per rimetterlo in circolazione nei suoi suoni originali, lo stesso pensiero lo ebbe anche Lou Reed nel riproporre Berlin quando parlare di eroina e usare suoni depressivi era prassi accettata. 

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Oramai è da un paio di anni almeno che i commenti sui blog sono drasticamente diminuiti, spariti quasi direi. Non parlo solo della mia esperienza personale di questo blog, è così un po' ovunque, basta provare a cercare in giro sulle varie piattaforme (blogspot, wordpress sono le più diffuse dopo la chiusura di splinder) e si vedrà che i commenti sono veramente pochissimi anche su blog frequentati. Ieri è uscito un articolo su Wired che prova a dare una risposta al perchè "i commenti dei blog siano morti". Le motivazioni date dall'autore (la frenesia sui social network; le tantissime piattaforme su cui si può scrivere di un argomento, il lettore si perde tra esse; la moderazione dei commenti rallenta il dibattito)  mi convincono fino ad un certo punto. Non che non siano veri, in particolare penso che l'abitudine a leggere contenuti brevi e a commentare in maniera sintetica come avviene su Facebook abbia forgiato il modo di approcciarsi ad internet dei nuovi utenti, educati a mettere un mi piace o ad insultare (questo è più da Youtube) piuttosto che a partecipare ad un dibattito. Però a questo punto l'articolo spiega perché la gente non segua in maniera fedele un blog, ma non perché una volta arrivato sul blog non lascia poi un commento. Credo sia una questione di educazione comunicativa, oggi si commenta chi si conosce (Facebook), non l'estraneo che mi dà informazioni utili; in questo cambiamento di modalità di comunicazione credo che siano responsabili anche le piattaforme stesse. Anni fa era facile che, cercando la recensione di un concerto ad esempio, ci si imbattesse in blog di altri utenti, li si commentasse e questi rispondessero al commento. Adesso vedo che invece molti arrivano sul mio blog trovando quello che cercavano, ma nessuno scrive un commento... All'interno dello stesso Splinder inoltre la home page dava la possibilità di ricercare su altri blog e rendeva facile andare a curiosare. Questo oggi non succede più.  Probabilmente si tratta di uno dei tanti cambiamenti legati alla comunicazione via internet, ma cerchiamo di analizzare per bene questo fenomeno.
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